Non solo doppio mandato e ruolo del garante. Il M5S, nel corso della sua assemblea costituente, ha votato anche su molto altro: la cannabis, il fine vita, l'abolizione del contante e l'avvio di un dibattito sulla carne coltivata.
Il mondo pentastellato, infatti, ha delineato i suoi confini programmatici con una serie di quesiti sui quali non era necessario raggiungere il quorum e sui quali gli iscritti non dovranno rivotare. In pratica, nel nuovo statuto M5S, vengono messe nero su bianco alcune battaglie storiche come la reintroduzione del reddito di cittadinanza e della “spazzacorrotti”, ma soprattutto l’abolizione delle riforme targate Cartabia e Nordio. Nel documento di sintesi sulla giustizia, infatti, si accusa il governo Meloni di promuovere una "restaurazione reazionaria" volta a smantellare le riforme dei governi Conte I e Conte II e a“introdurre un ‘diritto penale della disuguaglianza' che colpisce duramente le classi meno privilegiate, mentre garantisce sacche di impunità a colletti bianchi, politici e affaristi”. Un’altra novità è la creazione delle Case di Comunità “per il reinserimento sociale al fine di accompagnare i detenuti con pena residua fino a 12 mesi verso il ritorno alla libertà e all’autonomia”.
Per quanto riguarda il tema tasse, l’intento generale è nobile: “realizzare una riforma del sistema fiscale che dia concreta attuazione all’equità fiscale ed ispirata ai principi costituzionali della progressività e della capacità contributiva”. La sua applicazione prevede l’eliminazione del contante e la progressiva affermazione dei pagamenti digitali, l’introduzione della tassazione sugli extraprofitti, della “web tax” e della “rider tax”. Secondo il M5S, il Pil dovrebbe essere trasformato “in un indicatore dello stato di salute dell’economia che non tenga esclusivamente conto dei valori finanziari, ma che consideri anche variabili fondamentali come qualità ambientale, benessere e salute”. In questo contesto, per i pentastellati è necessario “promuovere e rilanciare l’approccio 'One Health', che costituisce una visione unitaria della salute dell’uomo e del pianeta, tra loro intimamente connesse”.
Altre proposte sono, invece, di stampo più eminentemente progressista come la legalizzazione della cannabis, l’introduzione di una legge sul fine vita e l’approvazione dello Ius Scholae per i minorenni stranieri nati in Italia o arrivati prima dei 12 anni che abbiano almeno 5 anni di residenza e una frequenza scolastica in Italia. In politica estera, invece, spicca il riconoscimento dello Stato della Palestina e la proposta di“rivedere il sistema delle sanzioni, che devono essere un mezzo e non un fine, in modo da renderlo ancora più efficace”. Ancora più eclatante è la richiesta di “approfondire le funzioni e le finalità della Nato e il ruolo che l’Italia riveste al suo interno”. Il M5S, in sostanza, è favorevole all’affermazione di una “visione multipolare” della politica internazionale e promuove l’istituzione di un esercito comune europeo. La spiccata propensione al pacifismo si esplica con la proposta di rendere obbligatorio il servizio civile “in contrapposizione alle proposte di ripristino dell’obbligatorietà della leva militare” e di tassare gli extraprofitti delle industrie belliche. Il nuovo M5S contiano propone, inoltre, una contro-riforma del Titolo V per togliere le competenze sulla sanità alle Regioni e riportarle in capo allo Stato centrale.
In campo sanitario si prevede la nascita di un’azienda farmaceutica statale “per la produzione di farmaci essenziali e ridurre la dipendenza da fornitori privati per apparecchiature mediche”. Tra le altre iniziative si trova anche l’abolizione del numero chiuso nelle facoltà di Medicina che, a dir la verità, è già stata portata avanti dal governo Meloni.
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