Dalla casa al Colosseo al trionfo contro chi lo indagava: la rivincita di Scajola

L'ex ministro degli Interni si riconferma sindaco di Imperia, con una sorta di plebiscito, contro l'uomo che lo aveva indagato sei volte: dopo il caso politico del 2010 in pochi pronosticavano un suo ritorno in pompa magna

Dalla casa al Colosseo al trionfo contro chi lo indagava: la rivincita di Scajola
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Storia nella storia per Claudio Scajola. Il netto successo alle elezioni Comunali di ieri lo proietta per la quarta volta a sindaco di Imperia; la seconda consecutiva. Ma non solo: perché il 63% dei consensi che ha dato ragione alla sua candidatura è allo stesso tempo una rivincita personale e politica, come in ben poche circostanze della vita può capitare contemporaneamente. E così per l'ex ministro degli Interni, classe 1948, arriva adesso il momento di togliersi ufficialmente qualche sassolino dalle scarpe.

Il caso giudiziario del Colosseo (finito nel nulla)

Dopo la famosa questione della casa davanti al Colosseo, probabilmente nessuno avrebbe scommesso più un solo centesimo di euro che Scajola potesse ritornare così in auge dal punto di vista politico. E invece il tempo è stato "incredibilmente" galantuomo. Dimessosi nel maggio 2010 da ministro dello Sviluppo economico nell'ultimo governo Berlusconi, il primo cittadino imperiese appena riconfermato venne completamente assolto in quella vicenda diventata - nel frattempo - anche giudiziaria (finanziamento illecito): per un totale di quattro assoluzioni e sei archiviazioni nella sua carriera politica.

Si arriva così nell'estate del 2018: Scajola annuncia di ricandidarsi a sindaco di Imperia 23 anni dopo la fine del suo secondo mandato nello stesso comune della Liguria. Lo fa sostenuto solo da quattro liste civiche, contendendo la carica di primo cittadino a Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e centrodestra unito. Proprio contro quest'ultimo schieramento avrà clamorosamente la meglio al ballottaggio: a Luca Lanteri, in rappresentanza di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, non basterà infatti il 47,95% ottenuto nel faccia a faccia finale.

Scajola trionfa con l'appoggio del centrodestra

Cinque anni dopo, la coalizione che governa attualmente a livello nazionale si è ritrovata compattamente a sostegno di Claudio Scajola, nonostante nessun simbolo di partito a suo favore sia apparso sulla scheda elettorale per esplicita richiesta dell'ex ministro degli Interni. Il primo turno è totalmente a suo appannaggio. I 40 punti di vantaggio nei confronti del candidato di centrosinistra, Ivan Bracco, sono più che eloquenti. Il rappresentante di Partito Democratico e Verdi-Sinistra è quel poliziotto che dal 2010 a oggi aveva indagato per ben sei volte lo stesso Scajola per sei diverse inchieste (tutte archiviate tranne una).

Benché i risultati elettorali siano sotto gli occhi di tutti, ora Bracco riesce pure a dichiarare che Scajola "non ha stravinto": probabilmente si aspettava un 95% abbondante di Scajola, chissà. In ogni caso, l'ex coordinatore di Forza Italia è riuscito ad abbandonare vecchi veleni con la coalizione di centrodestra, grazie alla quale ha sbancato tutta la concorrenza.

A 75 anni compiuti, si insedierà nel capoluogo di Provincia a Ovest della Liguria per la quarta volta nella sua storia. E per uno che, tra le altre cose, è stato anche quattro volte ministro e altrettante come deputato, non è proprio un elemento di poco conto.

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