Caso Abu Omar, la Consulta: "La Cassazione ha sbagliato"

Dove prevale l'interesse dello Stato alla propria sicurezza, tutelata anche da 007 e segreti? Sul caso Abu Omar la Consulta smentisce la Cassazione

Caso Abu Omar, la Consulta: "La Cassazione ha sbagliato"

Dove finisce il dovere di fare giustizia e perseguire i reati? E dove prevale l'interesse dello Stato alla propria sicurezza, tutelata anche da 007 e segreti? È tutta qui, in fondo, la questione che oggi la Corte Costituzionale deve sciogliere. Davanti alla Consulta approda per la seconda volta lo scontro epocale tra magistratura e potere politico intorno al tema del terrorismo islamico e del segreto di Stato. La vicenda è quella del sequestro di Abu Omar, l'imam estremista rapito dalla Cia a Milano nel febbraio del 2003. A dieci anni di distanza, il processo agli uomini del Sismi accusati di avere collaborato con i colleghi americani nel prelievo dell'imam non è ancora finito, proprio perchè da allora si trascina il braccio di ferro tra i giudici e i governi che si sono succeduti. Tutti i governi di questi dieci anni - Prodi, Berlusconi, Monti e Letta - hanno apposto sulla vicenda il segreto di Stato. E, nonostante che già una volta la Corte Costituzionale avesse dato ragione a Palazzo Chigi, la magistratura non se n'è data per intesa. E l'ex capo del Sismi Nicolò Pollari è stato condannato a dieci anni di carcere per concorso in sequestro di persona. Nove anni vennero inflitti a Marco Mancini, numero due del Sismi, e vennero condannati anche tre agenti operativi. Solo il nuovo ricorso in Cassazione separa gli 007 dalla condanna definitiva e dall'espiazione della pena.

L'unica speranza degli uomini del Sismi di non finire in carcere è l'udienza di oggi. Se la Corte Costituzionale darà ragione al governo, il processo Abu Omar sostanzialmente si estingue. Ed esattamente questo è quanto ha chiesto stamattina l'avvocato dello Stato intervenuto davanti alla Consulta a nome di Palazzo Chigi: nel processo agli uomini del servizio segreto è stata commessa una "grave violazione delle norme sul segreto di Stato": il presidente del Consiglio "non può essere condizionato ed è titolare esclusivo della gestione del segreto di Stato", ha detto Raffaele Tamiozzo. Quando annullò i proscioglimenti di Pollari e dei suoi uomini, secondo Tamiozzo, "la Corte di Cassazione ha errato nell’interpretazione delle norme di legge, è stata una svista, una buccia di banana e per noi è stato necessario impugnare questa decisione che viola le norme sul segreto di Stato". L'avvocato dello Stato ha ricordato che già quando si espresse sul caso Abu Omar nel 2009 la Corte Costituzionale scrisse che "il segreto di Stato attiene alla tutela della ’salus’ della Repubblica ed è di competenza esclusiva del presidente del Consiglio, a cui spetta la salvaguardia dell’ordinamento democratico".

Per dare torto al governo e dare ragione alla magistratura, la Corte Costituzionale dovrebbe rimangiarsi quella sua sentenza di quattro anni fa. Ipotesi singolare ma non impossibile, visto che la composizione della Consulta è cambiata in modo consistente.

Tra i nuovi giudici costituzionali c'è Giuliano Amato, che però non partecipa all'udienza odierna perché era ministro nel governo Prodi che appose per primo il segreto e si trova dunque in potenziale conflitto di interessi. La sentenza potrebbe arrivare già nel tardo pomeriggio di oggi.

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