Caso Cospito, parla il capo del Dap e riparte il tiro al bersaglio su Delmastro

Il capo del Dap depone come testimone nel processo che vede imputato Delmastro per rivelazione del segreto d'ufficio. Le sue parole scatenano le opposizioni, che chiedono a Nordio di riferire in aula

Caso Cospito, parla il capo del Dap e riparte il tiro al bersaglio su Delmastro
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Si riaccende il dibattito politico sul caso Cospito. Stamani, davanti ai giudici dell'ottava sezione del tribunale penale di Roma, il capo del Dap Giovanni Russo ha deposto come testimone nel processo che vede imputato il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio per aver trasmesso al collega Giovanni Donzelli alcune informazioni relative alla vicenda dell'anarchico pescarese detenuto al 41bis.

Caso Cospito, le parole del capo Dap

"Ricordo di aver ricevuto una telefonata dal sottosegretario Delmastro la sera del 29 gennaio del 2023, era una domenica. Mi chiedeva una relazione sulla situazione del detenuto Cospito, che era da tempo in sciopero della fame. Mi arrivarono quindi dagli uffici Gom e Nic note via mail e disposi la trasmissione al sottosegretario apponendo la clausola di limitata divulgazione, ossia solo interna all’amministrazione, per evitare anche che potessero finire sulla stampa", ha sostenuto Russo in tribunale. La versione del capo del Dap ha subito innescato reazioni sul fronte politico.

La reazione della sinistra

Il deputato Pd Federico Gianassi ha infatti chiesto, a nome del partito, un'informativa urgente in Aula del ministro della Giustizia Carlo Nordio. "Su tali fatti gravissimi, il ministro Nordio ha l'obbligo di venire in aula e dire come è possibile che un sottosegretario che viola il segreto possa rimanere nel suo ruolo", ha attaccato il parlamentare dem. Alla richiesta del partito guidato da Elly Schlein si sono poi associati Avs, M5S, +Europa. Nell'udienza odierna presso l'ottava sezione del tribunale penale di Roma era prevista anche la deposizione di Giovanni Donzelli, che però non si è presentato per un legittimo impedimento. È stato invece sentito dai giudici il deputato di Avs Angelo Bonelli, che con un suo esposto aveva fatto scattare l'indagine.

"L'onorevole Donzelli in Parlamento lanciò un duro attacco ai parlamentari Pd che avevano incontrato Cospito in carcere. Gli chiesi pubblicamente come avesse quelle informazioni e lui disse che chiunque poteva averle. Quando però ho chiesto al ministero della Giustizia di avere copia di quegli atti me ne hanno dato solo un estratto, dicendo che non potevano essere consegnati ai sensi di due norme dello Stato...", ha detto il leader di Europa, chiedendo poi: "Voglio che sia accertata la verità".

Foti (Fdi): "Ininfluente"

Alla richiesta delle sinistra si è opposto Tommaso Foti, capogruppo Fdi alla Camera. "L'opposizione ha depositato una mozione per la revoca delle deleghe a Delmastro, non hanno mai avuto la compiacenza di chiederne la calendarizzazione. Non si capisce perché Nordio deve venire a riferire quando, rispetto alla mozione, le sue dichiarazioni sarebbero influenti", ha scandito l'esponente meloniano. E poi, rivolto a Bonelli, Foti ha incalzato: "Donzelli non ha letto alcun documento. Bonelli continua a dirlo nonostante sa benissimo che nel Giurì non si è posto il problema di quel documento perché non c’era. Donzelli ha detto che si possono acquisire informazioni e sono le stesse date a Bonelli per iscritto. Non è questa la sede in cui si fanno i processi, è in corso un processo, con rispetto della separazione dei poteri bisogna avere il buongusto di attendere che il processo sia concluso a meno che non ci siano processi e processi".

"Spiace – ha concluso il capogruppo Fdi alla Camera – che non abbiamo ancora chiaro la ragione per la quale necessitava non che uno ma quattro deputati del Pd andassero ad accertarsi delle condizioni di salute di Cospito.

Poi non avendo più trovato sponde di alcun tipo, Cospito, che doveva essere morente, non solo è stato assistito giustamente da parte di uno Stato non assassino ma ha smesso la campagna per il 41 bis. È un dato di fatto: gli interventi svolti hanno chiuso la vicenda del 41 bis nel nostro Paese, piaccia o non piaccia a chi continua a menare can per l’aia".

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