Il "caso Geithner", con le clamorose rivelazioni dell'ex segretario del Tesoro americano sulle pressioni che alcuni funzionari europei avrebbero fatto sul governo Usa per far cadere il governo Berlusconi, continua a tenere banco. Dopo il rimpallo di responsabilità, con l'Europa che ha replicato duramente al ministro Usa ("erano loro a voler commissariare l'Italia"), ora a prendere posizione è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In una nota del Quirinale si legge che il Capo dello Stato non ha mai saputo di "pressioni e coartazioni subite dal presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati" a proposito degli eventi che portarono alle dimissioni di Berlusconi dalla carica di presidente del Consiglio. "Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal presidente Berlusconi e già preannunciate l’8 novembre - precisa ancora Napolitano - non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani". Nessun complotto internazionale contro il Cavaliere, dunque, dice Napolitano. E se proprio complotto c'è stato io non lo sapevo. Poi spiega (o per meglio dire prova a spiegare) il suo ragionamento.
"Gli episodi rivelati dall’ex segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell’autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente della Repubblica italiana - al pari degli altri Capi di Stato non
dotati di poteri esecutivi - non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo". Tradotto dal politichese: Napolitano non era presente a certe riunioni, dunque non sapeva nulla.
E si legge ancora nella nota, sulle dimissioni del capo del governo Napolitano "fornì un’ampia ed esaustiva ricostruzione e valutazione nel discorso tenuto il 20 dicembre 2011 in occasione della cerimonia di scambio degli auguri con i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche in Quirinale. In quel discorso, così come nel messaggio televisivo del 31 dicembre, possono ritrovarsi tutte le motivazioni relative a fatti politici interni e a problemi di fondo del paese come quelli della crisi finanziaria ed economica che l’Italia stava attraversando nel contesto europeo".
Napolitano tiene anche a precisare di aver stigmatizzato le critiche dei governi Ue verso l’Italia e i suoi impegni nei confronti dei partner europei: "A proposito di quanto, per qualche aspetto, era trapelato pubblicamente, il
Presidente della Repubblica stigmatizzò, il 25 ottobre 2011, le inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli impegni assunti dall’Italia".
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