Cassazione sprint per il Cav: il 30 luglio l'udienza decisiva

Per la prima volta sarà la sezione Feriale a occuparsi di un processo così delicato. Accelerazione sospetta dopo un fax dei pm di Milano e un articolo del Corriere

Cassazione sprint per il Cav: il 30 luglio l'udienza decisiva

Sul sito web della Cassazione sono riportate le sentenze più importanti emesse da ogni sezione. Una sola sezione ha una schermata malinconicamente vuota, e se ne può dedurre che non si sia mai occupata di nulla di cruciale: la sezione Feriale, che ogni anno tra la fine di luglio e i primi di settembre resta in servizio per sbrigare le urgenze mentre gli altri giudici se ne vanno ai mari o ai monti. Bene: sarà la sezione Feriale a occuparsi del più esplosivo (almeno per ora) dei processi a Silvio Berlusconi, quello che lo ha visto condannato in primo e secondo grado per frode fiscale a quattro anni di carcere e all'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. È il caso dei diritti tv.
Se ne sarebbe dovuto parlare in autunno, e già la politica tarava i suoi tempi su quelli della Suprema Corte. Ieri sul Cavaliere e sui suoi difensori arriva la doccia fredda: giudizio anticipato al 30 luglio. Il giorno stesso, se le sentenze milanesi venissero confermate, su Berlusconi potrebbe piombare la condanna definitiva. Un anno di carcere, e non è automatico che gli sarebbero concessi i domiciliari o l'affidamento ai servizi sociali; e l'espulsione dal Parlamento, di cui il Senato non potrebbe che prendere atto.
È una accelerazione improvvisa, e che matura in modo singolare: con un articolo in prima pagina sul Corriere della Sera che individuava una mina in grado di affossare il processo per i diritti tv, avviandolo verso un nuovo giudizio d'appello dagli esiti imperscrutabili. Colpa della legge nota come ex Cirielli, che nel 2005 ha modificato le norme sulla prescrizione. Il più grave dei reati contestati al Cavaliere, la frode fiscale del 2002, verrebbe inghiottito dalla prescrizione già il prossimo settembre. A quel punto la Cassazione, stando almeno alla interpretazione più diffusa, non potrebbe ridurre di sua iniziativa la pena a Berlusconi, ma dovrebbe rispedire tutto a Milano per un ricalcolo. Insomma, un guaio.
L'articolo del Corriere mette a rumore tutti i protagonisti del processo: i difensori di Berlusconi, che se avevano colto questa possibilità nelle pieghe del processo, se ne stavano zitti e buoni in attesa di tirarla fuori in Cassazione; ma anche la Procura di Milano, che ieri appare colta alla sprovvista, e si affanna a cercare delle contromisure. Nel pomeriggio, si viene a sapere che già la settimana scorsa, da Milano, era partito un fax verso la Cassazione, per allertare del rischio incombente. Ma sulla copertina del fascicolo trasmesso a suo tempo a Roma dai pm milanesi era indicata una data ben più tranquillizzante, a primavera del 2015.
Insomma, se la Procura milanese si è resa conto del pericolo lo ha fatto solo a processo chiuso. E anche il fax inviato in Cassazione non aveva sortito conseguenza alcuna: almeno fino a ieri mattina, quando l'articolo del quotidiano milanese scatena il panico.
Facile immaginare quali ore convulse si siano vissuti a piazza Cavour, dietro le facciate marmoree della Suprema Corte. Intorno alle 14 dai vertici della Cassazione ecco l'annuncio che anticipa al 30 luglio il processo a Berlusconi, e lo assegna alla sezione Feriale. Negli ambienti giudiziari milanesi si tira un sospiro di sollievo, e si sottolinea che si tratta di una prassi comune nei processi in cui l'accusa rischia di essere prescritta. Ma nell'entourage difensivo dell'ex premier lo sconcerto è palpabile. Lo scontro finale, che Niccolò Ghedini e Franco Coppi si preparavano a condurre dopo l'estate, diventa imminente. Per la terza volta, il processo diritti tv mette il turbo: dopo che in primo grado erano state pronunciate in contemporanea sentenza e motivazioni, e in appello la Corte aveva impiegato appena 15 giorni a spiegare i perché della condanna bis.
A presiedere la «Feriale», sarà il giudice Amedeo Franco: settant'anni, a lungo consigliere della terza sezione penale, estensore di sentenze importanti in tema di stupefacenti e di reati ambientali. Il processo diritti tv è quasi sterminato: ma la Cassazione non potrà entrare nel merito della vicenda.

Sul loro tavolo i giudici romani avranno le 198 pagine della sentenza d'appello che negava a Berlusconi anche le attenuanti generiche, e le 262 pagine del ricorso di Ghedini e Coppi. Sarà lì, nelle contrapposte analisi in tema di diritto, che la Cassazione dovrà decidere la sorte di Berlusconi.

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