Il Cav ai suoi: compatti sul nuovo Senato

Oggi l'incontro di Berlusconi con Renzi. E alla Camera la riunione con i gruppi

Quando a Palazzo Grazioli iniziano ad arrivare alla spicciolata i big di Forza Italia attesi per pranzo, le parole di Pier Silvio Berlusconi rimbalzano sui media ormai da qualche ora. Un endorsement a Matteo Renzi senza precedenti, ponderato e meditato al punto che il figlio dell'ex premier dice di «aver messo in conto» che la sua uscita avrebbe «suscitato stupore». Una presa di posizione netta e con ogni probabilità concordata con il leader di Forza Italia.
Ecco perché quando si apre il vertice di via del Plebiscito, il via libera alle riforme non è neanche argomento di discussione. È chiaro, infatti, che - pur consapevole dei limiti imposti dalla trattativa che lo ha portato a sottoscrivere il patto del Nazareno - Berlusconi non ha alcuna intenzione di fare passi indietro. Comprende l'ex premier le perplessità avanzate da Renato Brunetta o quelle su cui insiste da tempo il senatore Augusto Minzolini, ma - è il senso del suo ragionamento - le riforme non possono essere messe in discussione. Non solo perché il Paese «ne ha bisogno», ma anche perché chiamarsi fuori adesso significherebbe passare per quelli che vogliono conservare lo status quo e impedire all'Italia di rinnovarsi. Per non parlare dell'eventualità in cui un voto contrario di Forza Italia comporti il referendum confermativo, uno scenario nel quale Renzi - i due, ha annunciato il premier, dovrebbero vedersi questa mattina - passerebbe per quello che si batte per il cambiamento proprio contro gli azzurri.

L'eventualità che la prossima settimana a Palazzo Madama Forza Italia possa votare contro la riforma del Senato non è dunque neanche presa in considerazione nel vertice di Palazzo Grazioli. Un incontro fiume, cui - tra gli altri - prendono parte Denis Verdini, i capigruppo Brunetta e Paolo Romani e il tesoriere del partito Mariarosaria Rossi. Con il presidente dei deputati azzurri che, pur rimanendo molto critico, si dice pronto a «uniformarsi» alla linea del partito. Che, ribadisce Berlusconi ai presenti, resta quella delle scorse settimane, compresa la postilla sulla legge elettorale. Perché, ripete l'ex premier, l'Italicum va calendarizzato al più presto, subito dopo il voto di Palazzo Madama sulla riforma del Senato. Così che le due cose possano viaggiare su binari idealmente paralleli.

Ma nella riunione di Palazzo Grazioli si parla anche della difficile situazione economica in cui versano le casse di Forza Italia che avrebbero bisogno di un'iniezione di qualche milione di euro. Ecco perché si starebbe pensando a una sorta di «piano di emergenza» chiedendo un corposo contributo a deputati, senatori ed europarlamentari. Sul tavolo anche il tema tesseramento (che a questo punto dovrebbe andare avanti fino a settembre) e quello dei congressi comunali che dovrebbero tenersi a ottobre con l'individuazione dei delegati per i congressi provinciali.

La linea, insomma, sposata da Giovanni Toti e dalla cerchia ristretta più vicina a Berlusconi. Mentre le primarie (care a Raffaele Fitto) si farebbero solo «di coalizione» per individuare il candidato da presentare alle regionali della Calabria.

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