La Cgil: "Bisogna aprire un tavolo"

Caso Leoncavallo. Il Comune tratta

La Cgil: "Bisogna aprire un tavolo"
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È previsto per venerdì mattina il presidio antisgombero in via Watteau dove si attenderà in maniera pacifica l'ufficiale giudiziario che dovrà consegnare la 130esima ingiunzione di sfratto all'associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo. una pura formalità dal momento che la questione è diventata molto più delicata: sugli autonomi, infatti, pende la minaccia da parte del Viminale di rivalersi dei 3 milioni di euro che la Corte d'Appello del Tribunale civile di Milano ha ingiunto di pagare come risarcimento per il mancato sgombero del centro sociale dall'ex cartiera di proprietà della società L'Orologio della famiglia Cabassi. La giunta Sala sta lavorando per dare al Leoncavallo uno spazio di proprietà come sede alternativa: al momento è stato proposto e visionato un capannone industriale a Rogoredo, dove il centro sociale potrebbe traslocare e mettersi in regola. Rimane ancora sul piatto la delicata questione di chi debba a quetso punto risarcire la famiglia Cabassi di quei 3 milioni.

Il segretario milanese della Cgil Luca Stanzione sottolina come sia necessario che il Comune apra un tavolo con Prefettura, Comune, Associazione delle Mamme per trovare una soluzione, e non ridursi a una trattativa sottobanco.

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