Chiuse le indagini per Renato Mannheimer, accusato di evasione

Il sondaggista avrebbe evaso il fisco per 10 milioni di euro con la complicità del consulente Francesco Merlo

Renato Mannehimer, presidente dell'Ispo
Renato Mannehimer, presidente dell'Ispo

È stata chiusa l'inchiesta su Renato Mannheimer, presidente dell'istituto di sondaggi Ispo, accusato di aver evaso 10 milioni di euro insieme al consulente Francesco Merlo ed altre persone tra il 2005 e il 2010 attraverso fatture false per 30 milioni di euro.

Agli indagati vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale e utilizzo di fatture per operazione inesistenti. Le indagini, svolte dalla Guardia di Finanza in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, sono iniziat con un'ispezione amministrativa antiriciclaggio che ha riguardato Merlo, fiduciario di Mannehimer, che aveva ideato un giro di false fatturazioni, alcune che chiamavano in causa anche società estere inesistenti, con movimenti su conti correnti in banche di Lussemburgo, Svizzera e Antigua. Scopo delle false operazione e dei movimenti bancari all’estero - sempre secondo l’accusa - era quello di frodare il fisco, consentendo a Mannheimer di evadere le imposte dovute (Ires ed Iva) e di far rientrare i soldi dall’estero in Italia.

Interrogato dal pm nello scorso mese di dicembre, Mannheimer aveva poi fatto sapere di aver risposto "con franchezza a tutte le domande" e di aver compreso "appieno la natura delle contestazioni che gli sono rivolte".

Davanti al pm, inoltre, il sondaggista, difeso dall’avvocato Mario Zanchetti, aveva manifestato "vivo dispiacere e sincero pentimento per essersi lasciato coinvolgere in atti di particolare gravità" e si era detto "intenzionato a fare in modo che sia restituito al fisco tutto quanto dovuto". Mannheimer aveva sottolineato anche "come, già da alcuni anni", sia lui personalmente che le sue società "siano totalmente rispettose della normativa fiscale".

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