Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari, pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.
Cari amici de La Buvette, ricordate le parole di Carlo Calenda? Noi siamo il centro, diceva. Peccato che al centro sia rimasto solo. Tutti, infatti, lo stanno abbandonando. Uno dietro l’altro, giorno dopo giorno. Prima Enrico Costa, poi Mariastella Gelmini e, a seguire, Mara Carfagna e Giusy Versace. Il povero Carlo si è ritrovato col cerino in mano, altro che rivoluzione della politica, rilancio del centro. Quel progetto è fallito e, oltre a non piacere ai suoi (ormai ex), non è mai piaciuto agli italiani. Agli elettori. Lui è su tutte le furie, “quando si viene eletti all'opposizione, non si passa in maggioranza a metà legislatura” - ha detto attaccando chi lo ha abbandonato - “Tradiscono il mandato elettorale e ne rispondono agli elettori".
Un abbandono dovuto alle scelte del leader di Azione in Liguria, Emilia Romagna e Umbria. Il senatore ha deciso, infatti, di sostenere i candidati di centrosinistra e lì, tra i membri di Azione, in molti non si riconoscono nei valori di certa sinistra. Soprattutto di questa sinistra. Così, l’addio è stato servito come il dramma che si sta consumando in queste ore. Un partito nato (dicono i più maliziosi) per soddisfare il proprio ego sembra essere finito. Ma non per l’onorevole Ettore Rosato che resiste e, anzi, lotta per il futuro di Azione. Noi lo abbiamo ascoltato.
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Rosato, lei è uno dei pochi superstiti…
"Non siamo pochi superstiti, stiamo bene qui. È uscito chi non si trovava bene. Quando si perdono le elezioni (e noi abbiamo fatto il 3,3% e non il 6%) è chiaro che c’è un effetto. Chi pensa di trovare una casa più solida dall’altra parte lo fa. È successo questo!”
Quindi lei non crede nelle dichiarazioni dei suoi colleghi, o meglio, ex compagni di partito? Dicono di non riconoscersi più perché stringete patti e alleanze con la sinistra.
“Ma quando stringiamo patti con la destra cosa dovrebbero dire gli altri, quelli che magari vengono da un percorso di centro sinistra? Il tema non è con chi si stringe il patto, il tema è che patto.”
C’è un futuro per Azione?
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