Quest'oggi, il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78. La proposta è partita dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini.
"Con l'approvazione della riforma del Codice degli appalti il Governo mantiene un altro impegno preso con gli italiani. Un provvedimento organico, equilibrato e di visione, frutto di un lavoro qualificato e approfondito, che permetterà di semplificare le procedure e garantire tempi più veloci", ha dichiarato Giorgia Meloni, che poi ha aggiunto: "Rappresenterà anche un volano per il rilancio della crescita economica e l'ammodernamento infrastrutturale della nazione. Il governo ringrazia il Consiglio di Stato per il grande lavoro svolto e che ha contribuito al raggiungimento di questo importante risultato".
I pilastri del nuovo Codice
Sono due i pilastri sui quali si fonda il nuovo Codice: il "principio del risultato", inteso come l'interesse pubblico primario del Codice stesso, che riguarda l'affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza, e il "principio della fiducia" nell'azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici. Ecco quali sono le principali voci del nuovo Codice dei contratti pubblici.
Digitalizzazione
Tra i cardini c'è la necessaria digitalizzazione, considerata come un caposaldo per modernizzare il sistema degli appalti pubblici e, di conseguenza, attuare il Codice. La digitalizzazione è fondamentale per la vita stessa dell'appalto. In questo ampio rinnovamento, si inserisce anche una digitalizzazione integrale in materia di accesso agli atti, in linea con lo svolgimento in modalità digitale delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici.
Programmazione di infrastrutture prioritarie
Il sistema di programmazione per le opere prioritarie gode di uno slancio importante, che prevede l'inserimento dell'elenco delle opere prioritarie direttamente nel Documento di economia e finanza (Def), a valle di un confronto tra Regioni e Governo. Si prevede, poi, l'istituzione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici di un comitato speciale appositamente dedicato all'esame di tali progetti. Nella programmazione di infrastrutture prioritarie è stato inserito anche un meccanismo di superamento del dissenso qualificato nella conferenza di servizi mediante l'approvazione con decreto del presidente del Consiglio dei ministri e la valutazione in parallelo dell'interesse archeologico.
Appalto integrato
Con la riforma del Codice torna la possibilità dell'appalto integrato senza i divieti previsti dal vecchio Codice. Il contratto potrà quindi avere come oggetto la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato.
General contractor
Torna la figura del general contractor. Con questi contratti, l'operatore economico "è tenuto a perseguire un risultato amministrativo mediante le prestazioni professionali e specialistiche previste, in cambio di un corrispettivo determinato in relazione al risultato ottenuto e alla attività normalmente necessaria per ottenerlo".
Partenariato pubblico-privato
La semplificazione del quadro normativo, con l'agevolazione alla partecipazione degli investitori istituzionali alle gare per l'affidamento di progetti di partenariato pubblico-privato è parte della riforma del Codice, che prevede ulteriori garanzie a favore dei finanziatori dei contratti e si conferma il diritto di prelazione per il promotore.
Subappalto
Una delle novità della riforma è l'introduzione dei cosiddetti subappalti a cascata, che si adeguano alla normativa e alla giurisprudenza europea attraverso la previsione di criteri di valutazione discrezionale da parte della stazione appaltante, da esercitarsi caso per caso.
Concessioni
Nel nuovo Codice, è previsto che per i concessionari scelti senza gara, ci sia l'obbligo di appaltare a terzi una parte compresa tra il 50 e il 60 percento dei lavori, dei servizi e delle forniture. Non vale per i settori speciali.
Revisione dei prezzi
Così com'era stato anticipato, è stato confermato l'obbligo di
inserimento delle clausole di revisione prezzi al verificarsi di una variazione del costo superiore alla soglia del 5 per cento, con il riconoscimento in favore dell'impresa dell'80 per cento del maggior costo.
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