Commissione Senato boccia il presidenzialismo

La Commissione Affari Costituzionali del Senato boccia la proposta del Pdl di introdurre l'elezione diretta del presidente della Repubblica nella Costituzione

Commissione Senato boccia il presidenzialismo

La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha bocciato l'emendamento del Pdl volto a introdurre l'elezione diretta del presidente della Repubblica nella Costituzione. E' il primo segno tangibile del duro braccio di ferro dei partiti sulle riforme in parlamento. Il testo è stato respinto con 13 sì, 12 no e un astenuto (che al Senato vale come voto contrario), quello di Giuseppe Valditara (Fli). L'esito è lo stesso della votazione della scorsa settimana in Commissione sul Senato federale.

Il terreno di scontro tra i partiti sono proprio le riforme e la legge elettorale. E' forte il rischio che ogni tentativo resti vano e che nulla cambi. Uno scenario negativo temuto anche dal presidente del Consiglio Monti, che pure si è assegnato un traguardo temporale limitato alla primavera 2013. In gioco infatti, è la validità del "governo del Presidente", anche in vista di un futuro che a molti appare nebbioso.

Secondo il senatore del Pd Enzo Bianco ora "si va verso una palude". Tanto più che non è nemmeno chiaro quando il ddl di riforma costituzionale riprenderà l'iter in Aula. In calendario è previsto che se ne riparli per giovedì ma c'é da votare la spending review, che scade sabato, e la proposta di legge sul finanziamento dei partiti, per cui è probabile che si vada alla prossima settimana. Nel frattempo il Pdl insiste. Il presidente dei senatori Maurizio Gasparri e il coordinatore Ignazio La Russa oggi hanno partecipato al banchetto organizzato da Azione universitaria che sta raccogliendo le firme per l'elezione diretta del capo dello Stato e chiedono di sostenere questa "risposta anti-casta per la democrazia diretta".

E il Pd? Il partito di Bersani rilancia la proposta che siano i cittadini a pronunciarsi su un referendum di indirizzo sulla forma di governo. Il disegno di legge in materia di Stefano Ceccanti e Vannino Chiti ha già raccolto l'adesione di 35 senatori. Sembra difficile che in questo clima, ormai compromesso dopo l'ok dell'Aula al Senato federale, possa farsi strada l'ipotesi di una assemblea costituente che metta mano alle riforme.

Una proposta sulla quale l'ex presidente del Senato Marcello Pera ha depositato un testo che, sottolinea, "sarebbe utile venisse votato". Ma il commento sulla nuova costituente tra i tecnici é unanime: nnon ci sono né i tempi, né le condizioni politiche per farlo.

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