Il leghista Flavio Tosi vince al primo turno e si riconferma sindaco di Verona. A Genova e Palermo il Sel Marco Doria e il dipietrista Leoluca Orlando sfiorano il colpaccio ma dovranno andare al ballottaggio. Parma assiste attonita all'exploit dei grillini che toccano il 20%: il candidato del Movimento 5 Stelle Federico Pizzarotti andrà, infatti, al ballottaggio con Vincenzo Bernazzoli, sostenuto dal centrosinistra. Nelle quattro sfide principali alle elezioni amministrative di quest'anno già si vedono gli effetti del terremoto politico: i partiti anti partiti fanno il botto e mettono in pesante difficoltà le coalizioni tradizionali. Tra due settimane - ai ballottaggi - sarà difficile che si verifichino clamorosi ribaltoni.
Una vera e propria sberla elettorale. Con il Pdl e il Carroccio che escono con le ossa rotte. Pur tenendo quasi ovunque, il Partito democratico non brilla: Pier Luigi Bersani esulta, ma non ammette che riesce a vincere soltanto con candidati non suoi. E il Terzo Polo? Inesistente. Il vero terzo polo sono i grillini, mentre l'Udc di Pier Ferdinando Casini paga il sostegno incondizionato al governo Monti e non supera il 10% in nessuna città. L'affluenza bassa - in calo del 7% rispetto alla tornata elettorale del 2011, colpisce tutti i partiti. Non solo. In Sardegna passano tutti i dieci quesiti referendari anti casta che obbligano la Regione ad abolire quattro Province a sparire subito dalle mappe. Un segnale chiaro che, se si legge insieme al boom dei grillini, evidenzia come l'antipolitica sia il primo partito del Paese.
A Verona Tosi si riconferma con ampio margine: il leghista ha ottenuto il 57,44% dei voti battendo così Michele Bertucco che, sostenuto dal centrosinistra, si ferma al 22%. Ancora peggio fa Luigi Castelletti che era sostenuto da Pdl e Udc. Anche a Genova c'è un unico vincitore certo: Marco Doria che, dopo essersi imposto alle primarie contro il volere di Bersani, è stato sostenuto da tutto il centrosinistra. L'esponente del Sel ha, infatti, sfiorato la vittoria già al primo turno arrivando al 48,9%. Il dubbio è su chi lo sfiderà, con poche chances comunque. In corsa ci sono Enrico Musso del Terzo Polo, che si ferma al 14,65%, e il grillino Paolo Putti che, invece, supera il 14% dei consensi. Male il candidato del Pdl Pierluigi Vinai che non va oltre il 12%. A Parma i risultati più sorprendenti: Vincenzo Bernazzoli, sostenuto in massa da tutto il centrosinistra, arriva al 39% e si prepara a sfidare al ballottaggio il grillino Federico Pizzarotti che, da solo, arriva incassa oltre il 19%. Sorprendente anche il risultato di Palermo dove il Partito rimane col cerino in mano. Antonio Di Pietro fa il bis: dopo lo schiaffo (morale e politico) dello scorso anno con Luigi De Magistris a valanga su Napoli, quest'anno l'Idv Leoluca Orlando andrà al ballottaggio, avendo ottenuto oltre il 48% delle preferenze, e sfiderà il democrati ribelle Fabrizio Ferrandelli che si ferma al 17,7% nonostante il sostegno di tutto il centrosinistra. In realtà i dati sono un optional: una viziata interpretazione delle nuove norme regionali sta costringendo a un riconteggio.
Il centrodestra tiene soltanto Gorizia. Ettore Romoli, sostenuto da Lega, Fli, Pdl, Udc e La Destra, vince al primo turno ottenendo il secondo mandato con il 51,5% dei voti e battendo Giuseppe Cingolani che si ferma al 36,6%. Anche nel capoluogo friulano i grillini incassano una valanga di voti: Manuela Botteghi è al 9,82%. Guardando agli altri capoluoghi una decina al centro sinistra, il resto diviso equamente tra centodrestra e terzo polo.
La coalizione di centrosinistra (quelli della "foto di Vasto", per intenderci) andrà sicuramente in vantaggio al ballottaggio in Piemonte, ad Asti, Alessandria e Cuneo, e in Lombardia, a Como, Monza e Piacenza. E, proprio in Lombardia, si assiste pure al crollo della Lega Nord uscita dagli scandali giudiziari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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