Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.
I grandi giornaloni di sinistra in questa settimana si sono divertiti (e non poco) a gettare benzina (sperando in una scintilla che, fortunatamente, non si è mai accesa) sulle parole di Matteo Salvini che, per le piccole irregolarità, ha proposto un condono. Un modo intelligente per fare cassa in un momento di difficoltà per il Paese, piegato dai provvedimenti bandiera dei grillini. Apriti cielo. “Maggioranza spaccata”; “Salvini divide il governo”; “Il condono della Lega manda su tutte le furie Giorgia Meloni” hanno scritto sperando in una divisione. Ma è davvero così? Muniti di microfono siamo andati in giro tra Camera e Senato a sentire il parere di alcuni membri della maggioranza. C’è davvero astio e divisione sul tema?
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Maurizio Gasparri, Rossano Sasso, Tommaso Foti, Maurizio Lupi e Manlio Messina allontanano la crisi. “Nessuna incomprensione” dicono. Certo, c’è chi fa notare come “il ministro Salvini avrebbe potuto evitare di usare la parola condono”, ma sulla regolarizzazione dei piccoli abusi come “la finestra, l’anti bagno” (per usare le parole di Salvini) sono tutti d’accordo. Allora perché i giornali non hanno fatto altro che “pompare” la notizia? Ovviamente per portare acqua al mulino della sinistra che ha già cominciato la campagna elettorale per le europee e, non avendo argomenti validi, si attacca a tutto. Anche al condono. Che, di fatto, non lo è.
Le parole di Matteo Salvini
“Penso che sia saggio liberare i comuni di centinaia di migliaia di pratiche, i comuni vanno a introitare quello che permetterà loro di avere bilanci più sereni e milioni di italiani potranno tornare in regola".
Nel Partito Democratico e nel Movimento 5 Stelle la memoria è corta. Cortissima. Gli stessi che oggi criticano e attaccano aspramente Matteo Salvini sono gli stessi che solo un anno fa appoggiavano Mario Draghi e la sua scelta di condonare per fare cassa. Le finestre? Macché! Le cartelle.
Ve le ricordate le parole di Draghi in conferenza stampa nel presentare il decreto “sostegni”? “È un condono”, disse super Mario. Senza troppi giri di parole. Ricordare fa bene, non solo alla sinistra (smemorata) ma al Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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