Dopo tre decenni affiora una verità che molti sospettavano e sulla quale mancava ancora la "pistola fumante". Ora l'abbiamo trovata. Il cardinale Camillo Ruini, che per 16 anni ha guidato la Conferenza episcopale italiana (dal 1991 al 2007), rivela un particolare inquietante: l'allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, gli chiese aiuto per far cadere il governo Berlusconi.
L'alto prelato ne parla in un'intervista al Corriere della Sera, in cui Carlo Verderami gli chiede conto di un famoso pranzo al Quirinale, subito dopo l'estate 1994, in cui Scalfaro avrebbe invitato Ruini, il cardinale Angelo Sodano e monsignor Louis Tauran (se ne parla nel libro "Il Colle d'Italia") chiedendo aiuto al Vaticano per disarcionare il governo di centrodestra guidato dal Cavaliere. Ecco la risposta di Ruini: "Effettivamente andò così. La nostra decisione di opporci a quella che ci appariva come una manovra, al di là della indubbia buona fede di Scalfaro, fu unanime. E pensare che Scalfaro era stato per me un grande amico''.
Ecco la conferma a trent'anni di distanza, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, che Scalfaro non agì da presidente di tutti gli italiani ma da attore politico, tramando per "fare fuori", politicamente, il leader che aveva messo insieme una coalizione (Forza Italia, Lega, Alleanza Nazionale e Ccd) per impedire alla sinistra post comunista di mettere le mani nella stanza dei bottoni.
La storia, proprio quell'anno, vide arrivare a Berlusconi il famoso "avviso di garanzia" a riunione del G7 in corso a Napoli (avviso recapitato prima al Corriere della sera e poi all'interessato), e in seguito la Lega di Bossi fare un passo indietro, di fatto facendo cadere l'esecutivo anzitempo, aprendo la strada al primo governo del ribaltone, quello guidato da Lamberto Dini. Esperienza breve, che tirò la volata alla rivincita del centrosinistra nel 1996, avvenuta sotto la guida di Romano Prodi. Berlusconi dovette aspettare altri cinque anni per tornare al governo, nel 2001, dopo aver vinto di nuovo le elezioni.
Ma torniamo a Ruini. Nell'intervista al Corriere il cardinale racconta di essere rimasto sorpreso dell'atteggiamento di Scalfaro, soprattutto in considerazione di come lo aveva visto comportarsi alcuni anni prima. ''Rammento quando De Mita nel 1987 gli aveva offerto di diventare presidente del Consiglio, in opposizione a Craxi e con la benevolenza del Pci. Scalfaro allora era venuto da me e mi aveva detto che avrebbe rifiutato. 'Fa bene', avevo risposto. E infatti a palazzo Chigi sarebbe poi andato Amintore Fanfani.
Per questo rimasi colpito dal modo in cui aveva cambiato posizione, così nettamente. Penso che Berlusconi abbia mostrato i suoi pregi e i suoi limiti, come tutti gli altri politici, ma che non abbia avuto in alcun modo fini eversivi. I pericoli per la Repubblica semmai erano altri''.
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