Un altro sindaco arrestato: ai domiciliari ad Avellino l'ex dem Gianluca Festa

Associazione a delinquere, peculato, corruzione, depistaggio e falso: sono alcune delle accuse per Gianluca Festa, sindaco dimissionario di Avellino, ora ai domiciliari

Un altro sindaco arrestato: ai domiciliari ad Avellino l'ex dem Gianluca Festa
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Un altro sindaco è finito in manette. Si tratta di Gianluca Festa, primo cittadino dimissionario di Avellino, che questa mattina è stato posto agli arresti domiciliari dai Carabinieri su ordine della procura del capoluogo campano. Le accuse sono di associazione a delinquere per reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, falso, depistaggio, rivelazione di segreti, peculato e induzione indebita a dare e promettere utilità. Nell'inchiesta sono coinvolti anche un architetto, fratello di un consigliere comunale, Fabio Guerriero, e una dirigente del Comune. Conosciuto sotto le insegne del Partito democratico è stato poi sostenuto dalle liste civiche.

Perquisizioni sono in corso anche negli uffici del vice sindaco, Laura Nargi, del consigliere Diego Guerriero, capogruppo Viva la Libertà, lista civica a sostegno di Festa, e fratello di Fabio e dei fratelli Canonico, presidente e commercialista della DelFes, squadra di basket serie B. Al centro delle indagini ci sarebbe proprio la società sportiva di pallacanestro, che sarebbe riconducibile a Festa, che nelle ricostruzioni degli inquirenti avrebbe ottenuto sponsorizzazioni da imprese che erano assegnatarie di appalti e affidamenti dal Comune di Avellino. Per questa ragione viene contestata a Festa l'associazione a delinquere.

La sua passione per il basket è molto nota ad Avellino ed è particolarmente noto nella comunità sportiva locale. È stato un giocatore di lungo corso nella locale formazione dello Scandone, dove è stato titolare fino al 1995. Fondato nel 1948, per 20 anni il club ha militato anche in serie A fino ad arrivare al fallimento: un lutto per una città come Avellino che ha sempre tenuto alla sua squadra. Eletto sindaco nel giugno 2019, si è dimesso il 25 marzo quando la procura di Avellino gli ha perquisito casa e ufficio. Pur di salvare la squadra, Festa versò 20mila euro dal suo conto corrente per garantire l'iscrizione di una squadra irpina al campionato di serie B.

"Non c'è niente perché non c'è mai stato niente e anche dalle perquisizioni non è emerso nulla. Chi pensava che questa fosse una bomba, si è ritrovato in mano una miccetta.

E se qualcuno pensava di poter condurre con questi argomenti la campagna elettorale che si avvicina, ha sbagliato. Perché noi siamo persone perbene e aspetteremo l'esito delle indagini. Che non porteranno a nulla", disse Festa all'indomani delle perquisizioni.

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