La crisi frena l'auto ma la multa corre a ritmo d'inflazione

Si circola sempre meno e lo Stato corre ai ripari: da capodanno contravvenzioni più salate del 5,4%. Aumento record da 15 anni

La crisi frena l'auto ma la multa corre a ritmo d'inflazione

Guidare bene conviene sempre, in tempi di crisi ancora di più. Perché le multe, dopo il «ricarico» medio del 2,4% scattato all'inizio del 2011, sono state nuovamente «aggiornate». Ovvero aumentate del 5,4%, incremento più elevato dal 1998. Dal primo gennaio, quindi, chi parcheggia in divieto rischia una contravvenzione da 41 euro, contro i 39 dell'anno scorso, e chi parla al telefono senza auricolare o vivavoce 160 invece che 152. L'eccesso di velocità fra i 10 e i 40 chilometri orari oltre il limite vale 168 euro mentre prima poteva costarne 159. Se l'infrazione avviene di notte (dalle 22 alle 7) gli euro sono 223 ed erano 212. Per il semaforo rosso si rischiano 162 euro, contro i 154 dei due anni precedenti. Tanto per rinfrescarsi la memoria, nell'ormai lontano 1993 per chi veniva fermato mentre guidava col telefono stretto in mano, o fra guancia e clavicola, la multa era di 50mila lire; 200mila per chi si faceva beccare in eccesso di velocità da 10 a 40 chilometri orari oltre il limite; e 100mila per chi passava col rosso.

Insomma, le multe sono state ancora adeguate all'inflazione accertata dall'Istat «sulla media nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati». Che per il 2011 e il 2002 sarebbe del 5,7% ma che ai fini delle contravvenzioni stradali viene ridotta dello 0,3% perché il ministero della Giustizia non ha tenuto conto della lievitazione dei prezzi dell'ultimo paniere natalizio, calcolando l'inflazione da gennaio 2011 a novembre 2012. Un piccolo sconto che, però, nulla toglie alla sostanza della critica di fondo al meccanismo dell'adeguamento delle multe all'inflazione.
In tempi di crisi, si argomenta, i poteri pubblici potrebbero evitare almeno i rincari delle sanzioni amministrative, che non remunerano alcuna attività produttiva ma che conservano il loro valore «educativo e deterrente» anche se non sono tempestivamente allineate al costo della vita. Secondo chi critica il meccanismo le multe servono solo per fare cassa: ecco perché i ritocchi da inflazione sono «automatici».

Ma i primi giorni dell'anno non sono solo il periodo in cui spesso scattano aumenti e ritocchi, rappresentano anche il tempo dei bilanci. Ecco alcuni dati dell'ultimo rapporto auto di Aci e Censis. La crisi, secondo lo studio, ha fatto aumentare il car sharing (+26%) e diminuire consumi di carburante (-10,5% per la benzina, -9,7% per il gasolio), incidenti (-2,7) e vittime della strada (-5,6%). E calerebbero anche le infrazioni. Almeno quelle «autodenunciate» dagli automobilisti, fra i quali diminuiscono quelli che parcheggiano in divieto (-7%) e in doppia fila (-2%) e che guidano parlando al telefono o mandando sms (-3). E in effetti le rilevazioni (al 20 dicembre 2012) di polizia stradale e carabinieri confermano che gli incidenti sono in calo: 80.092, ovvero 13.09 in meno rispetto al 2011 (-5,5%). Diminuiscono anche i morti (-5,5%), i feriti (-15,8%), e le multe per eccesso di velocità sui tratti autostradali dove è in funzione il tutor.

Due esempi «nord-sud» a livello regionale. In Friuli Venezia Giulia, dove gli incidenti sono calati del 5,44% e i morti da 47 a 46, le multe della polizia stradale sono scese da 65.823 a 63.710 e le patenti ritirate da 2.034 a 2.246.

In Puglia gli incidenti sono invece calati del 20,4% e quelli con morti del 6,3%. Ma le patenti ritirate sono aumentate del 10,7%, gli eccessi di velocità accertati con i tutor dell'11,4%, i conducenti trovati positivi al «palloncino alcolico» del 25,9% e quelli «alterati da stupefacente» del 42,5%.

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