Un tracollo così vertiginoso era impensabile anche per i detrattori più viscerali del Movimento 5 Stelle. Per quanto infatti ormai si sia abituati ad assistere alla caduta libera dei grillini tra un'elezione locale e un'altra, il dato numerico negativo su Giuseppe Conte e i suoi sodali che giunge dalle Regionali del Molise è veramente imbarazzante: i pentastellati passano dal 31,5% della medesima consultazione di cinque anni fa al 6% scarso di ieri. Un dato che equivale a più di 38mila voti buttati via su 157mila partecipanti molisani complessivi. Un cedimento dalle proporzioni impressionanti che raramente si è potuto registrare nella storia della politica italiana. Certo, sconquassamenti simili era sicuramente capitati in passato anche nella Prima Repubblica, con movimenti politici che erano stati magari dei fuochi di paglia e che poi si erano subito spenti per poi sparire definitivamente. Ma, anche nella memoria dei più esperti di storia contemporanea italiano, è complicato andare a risalire a fenomeni del genere su partiti che si candidavano ancora come forza di governo.
Da questo punto di vista, invece, i Cinque Stelle potrebbero quasi definirsi un unicum: pensare che nella primavera del 2018 il loro candidato governatore del Molise aveva preso da solo il 38,7% e che la loro lista era risultata nettamente la prima in Regione, mentre adesso devono quasi baciarsi i gomiti per essere riusciti a fatica a superare la soglia di sbarramento per accedere in Consiglio regionale, dà l'idea di come il crollo verticale sia oramai inarrestabile. E nemmeno questa volta può valere la solita litania del "noi alle elezioni amministrative andiamo sempre male". A parte perché non è vero, come dimostrano proprio i risultati di un lustro fa ottenuti in questo territorio. E poi un conto è una leggera flessione che può anche essere giustificata da qualche inevitabile insoddisfazione tra i cittadini per i cinque anni al governo del Paese, un altro è perdere per strada praticamente quattro voti su cinque rispetto alle ultime Regionali. Anche perché i calcoli non diventano meno severi se si prendesse in esame quello che il Movimento ha ottenuto appena nove mesi fa alle elezioni Politiche, dove comunque il 24,2% aveva assicurato una certa dose di fiducia a Giuseppi.
Ovviamente non si può neanche sostenere che il M5s si sia fatto soffiare i voti dal Partito Democratico, visto che rispetto al disastro del 2018 c'è stato un leggero incremento dei dem (dal 9% all'11,4%) ma dal 25 settemnbre 2022 c'è stato un netto calo rispetto alla prestazione di Enrico Letta in quella regione (18,1%). La verità è che i due movimenti insieme in una stessa coalizione non vanno da nessuna parte, come dimostrano le sei sconfitte su sei alle Regionali sotto uno stesso candidato governatore.
Dopo Umbria, Liguria, Calabria, Lombardia, Friuli, ecco lo sprofondo rosso anche in Molise. Che non sapppiamo se, stando a un famoso hastag virale di diversi anni fa, non esista; perché di certo a non esistere più è il Movimento 5 Stelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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