Il Consiglio Superiore della Magistratura boccia il ddl anti-corruzione. Senza mezzi termini. E lo fa scrivendo le motivazioni in un parere di otto pagine, reso noto da Repubblica, nel quale critica punto per punto il provvedimento del governo.
A partire dalla riforma delle pene per il reato di corruzione che comporta un "rischio di far lavorare a vuoto il sistema". Il Csm ha riscontrato inoltre un "un passo indietro incoerente" sulla concussione per induzione a causa delle pene troppo lievi.
Il documento dovrà essere posto a votazione dalla commissione riforme di Palazzo Marescialli lunedì. Per quanto riguarda, i nuovi reati, come il traffico di influenze e la corruzione tra privati "deve osservarsi come l’efficacia appare fortemente condizionata dall’esiguità della pena edittale stabilita. La sanzione massima a tre anni preclude l’utilizzo delle intercettazioni che, in contesti fortemente connotati dalla relazione personale tra le parti coinvolte, sono di fondamentale utilità", si legge nel documento del Csm.
Che infine auspica un allungamento della prescrizione per colpire i corrotti, sollecitata dall’Europa, in quanto "ogni modifica legislativa rischia di restare vana in quanto le statistiche dimostrano che il principale ostacolo nella repressione del fenomeno sta nell’attuale sistema di calcolo e nei termini troppo brevi della prescrizione".
Sulla questione è intervenuto anche il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, il quale ha però ha spiegato che "il parere del Csm sarà sostanzialmente positivo, pur con criticità che abbiamo il dovere di sottolineare". Criticità che riguarderebbero "il regime generale della prescrizione" e la Cirielli. Secondo Vietti, le "positività sono ampiamente superiori alle negatività: governo e parlamento hanno fatto un buon lavoro e chiunque pensa di poter utilizzare il Csm per metterlo in discussione ha sbagliato indirizzo".
"Visto che è in corso la discussione in Parlamento, il Csm ha ritenuto di dare un contributo, ma è tardivo ed ingiustamente critico", ha tuonato Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato.
"Io invece devo dare atto al ministro di avere ascoltato il Parlamento, ha tenuto conto delle osservazioni. Disse fin dall’inizio che c’erano dei tempi da rispettare e così è stato. Io, ad esempio, ho dato un’ importante accelerazione ai lavori in commissione Giustizia del Senato", ha proseguito Berselli.
Nei giorni scorsi, il ministro della Giustizia, Paola Severino, era stata chiara: "Se si pensa che una legge sia una bacchetta magica, questo
andrebbe deluso: non siamo né maghi né streghe. Se parliamo di aspettative sul medio-lungo periodo, questa legge sarà efficace, perché si occupa di corruzione sia sul fronte della prevenzione che della repressione".
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