Clemente Mastella, 77 anni, sindaco di Benevento dal 2016, è un personaggio politico che ebbe un ruolo molto importante nella Prima Repubblica e anche nella prima fase della seconda. È stato l'uomo ombra di De Mita, quando De Mita era potentissimo. Per anni il punto di riferimento della sala stampa di Montecitorio. E poi con Casini creò il Ccd, un piccolo partito che andò al governo con Berlusconi nel '94. E infine, con Cossiga, aiutò D'Alema contro Prodi. E poi E poi eccolo ancora qui, lucido come sempre, massimo esperto di «centrologia».
Onorevole Mastella, la Dc era il centro?
«Certo, era il centro. Era il centro perché aveva una posizione di alternativa netta rispetto a tutto ciò che ruotava intorno al partito comunista. Ma al tempo stesso era alternativa alla destra».
Sempre?
«No, nel corso della storia repubblicana ci sono stati anche momenti di collaborazione con la sinistra e qualche volta - molto rare - collaborazioni con la destra. Ma questo è il ruolo del centro».
Oggi esiste la possibilità di ricostruire il centro, nonostante le liti tra Renzi e Calenda?
«La gente oggi valuta in modo assolutamente negativo l'esperienza maturata al centro, in gran parte per colpa di Calenda, ma anche un po' di Renzi».
Quindi?
«Quindi io credo che per un po' di tempo occorra rassegnarsi e consegnarsi. È fallita un'esperienza che per peso sia politico che elettorale avrebbe potuto avere una grande importanza nella politica italiana, anche per mitigare alcune asprezze che oggi ci sono nella sinistra e anche nella destra».
Forza Italia è un'organizzazione politica centrista?
«Oggettivamente si. L'idea di Berlusconi era questa: creare una sorta di Dc che vivesse dopo la Dc».
Ma cosa dovrebbe essere oggi il centro?
«Non avendo la possibilità di essere una forza di maggioranza, dovrebbe avere la capacità di fare un'alleanza. O di qui o di là. E uno la fa non secondo le circostanze ma sulla base di programmi comuni. Ma oggi, con quello che si è verificato, non vedo spazio».
Quindi game over?
«No, questo non vuol dire che non ci possa essere una rinascita in futuro, se si trova un leader adeguato».
Chi potrebbe essere questo leader?
«Per ora non vedo nessuno».
Cosa pensa di De Luca leader del centro?
«De Luca è un prodotto del romanticismo. È tutto: l'orizzonte, l'immediato, l'infinito, il terreno, l'alto, il basso, la politica, la protesta. È lo sturm und drang. Non puoi ingabbiarlo in una posizione di centro. Il Centro è concavo e convesso».
Il sistema elettorale bipolare forse ha tolto ogni spazio al centro?
«Si, il sistema bipolare toglie spazio al centro. Però c'è anche il suicidio. Come alle europee, dove c'era il proporzionale. Eppure le forze di centro non sono riuscite a mettersi insieme e sono state tagliate fuori dal quorum. Se fai harakiri poi non puoi dare la colpa al sistema elettorale».
Del Pd cosa pensa?
«Un partito fatto di coriandoli».
Mi dica la verità, è nostalgico della prima Repubblica?
«Innanzitutto ho nostalgia delle persone, del loro livello personale e umano. Oggi».
Oggi?
«Ci sono delle persone che hanno delle capacità. La Meloni, ma anche nel Pd ce ne sono. Però Però il livello medio di allora era di gran lunga superiore al livello alto di oggi. Si studiava, c'erano scuole, c'era un percorso lunghissimo. Si respirava un'aria piena di valori ai quali si faceva riferimento».
Ha letto le accuse della figlia del generale Dalla Chiesa contro Andreotti? Cosa ne pensa?
«Assurde. Ho conosciuto bene Andreotti: era astuto, intelligente più del dovuto, questo sì.
Ma ritenere che Andreotti fosse il mandante dell'omicidio di Dalla Chiesa è assurdo. Che la corrente di Andreotti in Sicilia fosse un problema per tutti è vero. Da qui a ritenere che ordinasse omicidi, beh mi pare una follia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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