La foto pubblicata dal Giornale che ritrae il sindaco di Bari Antonio Decaro con due parenti del boss Antonio Capriati - la nipote e la sorella del pregiudicato - innesca la reazione immediata del primo cittadino. Che in una diretta video sui social spiega: «Stamattina mi sono svegliato e ho trovato la mia faccia su alcuni giornali nazionali accostati al termine mafia, mi sono chiesto chi fossero le due donne nella foto e ho contattato le persone con cui ho lavorato sull'antimafia sociale e sul contrasto alla criminalità organizzata. Abbiamo avuto difficoltà a capire chi fossero - dice -. Ho chiamato quindi il parroco della cattedrale e abbiamo capito che sono due parenti del boss Capriati ma non hanno nulla a che fare con il resto della famiglia». Nella foto del maggio 2023 e postata sui social da un componente della famiglia, si vede alla sinistra del sindaco la nipote del boss, Annalisa Milzi, e a destra sua madre Elisabetta, sorella del capo clan in carcere. Entrambe incensurate. «A me - ha aggiunge Decaro - è dispiaciuto finire in una foto dove vengo accostato alla mafia ma immagino anche la difficoltà di queste persone che non c'entrano nulla. Don Franco mi ha detto che una signora ha sposato un uomo con il quale gestisce un negozio, la figlia della signora invece ha sposato uno scrittore e insieme frequentano la parrocchia. Non vedo perché si debbano ritrovare in una foto solo perché hanno chiesto al sindaco di fare una foto davanti al loro negozio, come mi capita ogni giorno decine di volte».
Reagiscono anche le due donne che compaiono nello scatto. «Non è possibile fare una foto, un selfie, mi dica lei? Mi dica se è normale. Io devo fare una querela adesso, non si dovevano permettere di usare la mia foto senza alcun consenso - si sfoga Annalisa Milzi al Tg1 - Siamo persone oneste, i Capriati sono 11 fratelli, non c'entriamo con il boss». Tra i commenti alla foto c'è anche quello di un altro nipote, che scrive: «Roba nostra». Milzi dice al cronista: «Voi pensate sempre a male. Passava di qui con la scorta e gli abbiamo chiesto uno scatto, come facciamo con altri e come lui fa con tutti, perché è una persona del popolo».
Ma lo scontro politico è totale. Decaro torna anche sulle parole del governatore della Puglia Michele Emiliano che dal palco di Bari, nel ricordare la lotta alla malavita iniziata quando lui era sindaco nel 2004 e Decaro suo assessore alla Mobilità, ha raccontato di essere andato con lui a casa di una sorella di Antonio Capriati. Emiliano, travolto dalle polemiche, aveva poi precisato il significato delle sue «frasi fraintese»: «Andai di persona dalla sorella incensurata del boss Capriati, che avevo arrestato e fatto rinviare a giudizio e poi condannare, per farle capire che quegli atteggiamenti non erano più tollerati». L'episodio era stato subito smentito dallo stesso Decaro, che anche ieri ha ribadito: «Io non so cosa ricorda Emiliano non ho mai incontrato la sorella di nessuno. Ero un giovane assessore, ho affrontato la mobilità nella città vecchia... Non è stato facile, si sono arrabbiati tutti, anche alcune persone legate ai clan criminali. Mi è anche capitato di incontrare persone che mi hanno maltrattato, lo dissi a Emiliano e qualche giorno dopo, mentre andavamo in cattedrale da soli, abbiamo incontrato questo gruppo di persone e lui da magistrato antimafia dice a quelle persone: lo dovete lasciare stare, sta lavorando per me».
Emiliano non ci sta e dà un'altra rasoiata: «Io parlai con la Capriati, se Decaro non ricorda, possibile che non ci fosse», dice acido.Il governatore evidentemente è convinto di ricordare bene, visto che aveva già raccontato lo stesso aneddoto due anni fa in un'intervista a Telenorba. Sempre la stessa versione. Mai smentita. Fino a ora.
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