Lo dice pure il rapporto Migrantes: sbarchi calati del 61%

Il Rapporto boccia la riforma del Sistema europeo comune di asilo (Ceas) e Bergoglio riceve in udienza una delegazione della Onlus ResQ - People Saving People

Lo dice pure il rapporto Migrantes: sbarchi calati del 61%

Il sistema di accoglienza in Italia non funziona, il protocollo Italia-Albania è dannoso, ma intanto gli sbarchi sono calati del 61%. È un doppio affondo al governo quello che arriva dal Vaticano, con il Papa che chiede di "accogliere, accompagnare e integrare" i migranti, critica le autorità civili incapaci "davanti alla vastità e alla complessità del fenomeno migratorio", mentre ci sono volontari e Ong che "si mettono in gioco, offrendo un po’ del loro tempo, del loro ingegno e delle loro risorse per alleviare le loro sofferenze", ha detto Bergoglio ricevendo in udienza una delegazione della Onlus ResQ - People Saving People, mentre veniva presentato il Rapporto Migrantes che boccia la riforma del Sistema europeo comune di asilo (Ceas), che secondo il report - presentato alla pontificia università Gregoriana - è tutt'altro che un diritto inviolabile.

"Le recenti riforme ne limitano l'accesso, in particolare, l'introduzione di procedure accelerate e di restrizioni per chi richiede asilo alle frontiere esterne dell'Ue accentua la detenzione in aree di transito e riduce l'efficacia del ricorso legale contro il respingimento". Una deriva che infrange il sogno europeo di un Vecchio Continente "solidale e accogliente". Da qui l'invito ai cristiani e a tutti i cittadini per una "carità politica" in grado di generare processi sociali di lungo termine.

Intanto a Lampedusa sono 356 i migranti sbarcati durante la notte, prima che all'alba giungesse su una barca una bambina soccorsa dall'equipaggio della ong Trotamar III, a Lampedusa. Cinque, una delle quali con 111 persone a bordo, le barche soccorse dalle motovedette della capitaneria, della guardia di finanza e dell'assetto Frontex. Sul primo barcone, salpato da Sabratah in Libia, c'erano appunto 111 (13 donne e 11 minori) egiziani, eritrei, pakistani, siriani, sudanesi e somali. Sugli altri, da un minimo di 45 a un massimo di 87 bengalesi, siriani, marocchini, sudanesi e iraniani. A dire dei 5 gruppi di migranti, i porti di partenza sono stati tutti in Libia.

L'emergenza

Nel 2024, dopo quattro anni di crescita è crollato il numero di rifugiati e migranti che hanno raggiunto il Paese dal Mediterraneo: fra gennaio e la metà di ottobre si contano 54 mila sbarcati, il 61% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Quest'anno vede fra le persone sbarcate due Paesi di provenienza asiatici, il Bangladesh, primo assoluto (quasi 10.800 arrivi), seguito dalla Siria (10.000 circa); solo in terza posizione, invece, la Tunisia.
Nel 2023 le prime cittadinanze d'origine erano state la guineiana, la tunisina e l'ivoriana. La Libia è tornata ad essere il primo Paese costiero di partenza per la traversata del Mediterraneo centrale: alla fine di luglio 2024 erano quasi 20 mila gli arrivi, contro poco più di 12 mila dalla Tunisia, che nel 2023 era stato il primo Paese per questo indicatore.

Dal 1° gennaio al 31 luglio 2024 le navi gestite da organizzazioni della società civile sono intervenute in eventi SAR (Search and Rescue) che hanno portato in salvo nel nostro Paese oltre 6.200 persone: meno di un quinto di tutti i rifugiati e migranti che nel periodo sono sbarcati in Italia (33.500) fra eventi SAR in mare e sbarchi autonomi. In tutto il 2023 le persone giunte in Italia grazie a un soccorso in mare effettuato da ONG erano state 8.900, il 6% circa di tutte quelle sbarcate. Nel 2022 i "salvataggi ONG" erano stati l'11% del totale, nel 2021 il 15%, nel 2020 il 10% e nel 2019 il 17%.

Anche quest'anno il Report guarda alle frontiere di terra con la Slovenia, l'Austria, la Svizzera e la Francia con le cifre sui migranti "irregolari" rintracciati, sui migranti "riammessi" oltre frontiera, sulle "riammissioni" in Italia e sui respingimenti dal confine francese. Questi ultimi nei primi sette mesi del 2024 si sono ridotti a un decimo rispetto ai medesimi periodi del '23 e del '22: ciò è dovuto a una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea del settembre 2023 e ad un'altra del Consiglio di Stato transalpino del febbraio 2024 (e tuttavia, nel mese di novembre i respingimenti sono tornati a crescere).
Sono già 1.241, invece, i respingimenti alla frontiera effettuati dall'Italia verso la Slovenia nei primi sette mesi di questo 2024 dopo il ripristino, nell'autunno 2023, dei controlli alla frontiera "interna" (ossia interna al territorio dell'UE) con il Paese balcanico.

I dati

Al 1° gennaio 2024 vivono in Italia poco meno di 414 mila cittadini non comunitari con permesso di soggiorno per motivi di protezione e asilo (beneficiari di asilo politico, di protezione sussidiaria, di permesso per motivi umanitari o di protezione umanitaria, ma anche richiedenti asilo). Questa cifra rappresenta lo 0,7% di tutta la popolazione. Ospitando alla fine del 2023, secondo dati UNHCR, circa 298 mila rifugiati in senso "lato" (beneficiari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria, umanitaria o temporanea), il nostro Paese si collocava, per numerosità di questa popolazione, in coda alla Germania, alla Polonia, alla Francia, al Regno Unito e alla Spagna.

Secondo dati provvisori Eurostat, nei primi otto mesi del 2024 hanno chiesto protezione in Italia circa 109 mila persone, il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A giugno i richiedenti registrati erano già 85 mila. In tutto il 2023 i richiedenti sono stati quasi 136 mila: + 61% rispetto al 2022 (84 mila). Nel primo semestre '24, fra i 10 Paesi di provenienza principali dei richiedenti asilo sono quattro quelli che si trovano nelle ultime posizioni del Global peace index, cioè fra gli Stati più insicuri del pianeta (area dell'"indice di pace" basso o molto basso): Pakistan, Burkina Faso, Mali e Nigeria.

Nel primo semestre '24 le Commissioni territoriali per l'asilo hanno esaminato circa 37.400 richiedenti, riconoscendo circa 3.000 status di rifugiato, 5.000 protezioni sussidiarie e 6.000 status di "protezione complementare" (protezione speciale e permessi per cure mediche), ma anche pronunciando 23.400 dinieghi, pari al 62% di tutte le domande esaminate. Un dato, quest'ultimo, cresciuto negli ultimi anni. Nell'ambito del Voluntary solidarity mechanism che coinvolge parte degli Stati UE, dal 2022 al 30 luglio 2024 sono stati "ricollocati" dall'Italia ad altri Paesi membri 1.221 richiedenti protezione: 207 nel '22 e 986 nel '23 (quasi cinque volte l'anno precedente); ma poi l'iniziativa sembra essersi arenata, almeno nei confronti del nostro Paese: sono appena 28 i richiedenti ricollocati nei primi sette mesi del '24. La stragrande maggioranza dei richiedenti che hanno lasciato l'Italia sono stati accolti dalla Germania, ben 1.050. Ma accoglienze anche solo poco più che simboliche sono state realizzate, fra gli altri, da piccoli Paesi come l'Irlanda, la Croazia, il Lussemburgo e la Lituania.

L'accoglienza

Nel 2024, fino al mese di luglio, secondo dati del ministero dell'Interno l'Italia ha accolto in reinsediamento, nei corridoi umanitari e nelle evacuazioni umanitarie 1.525 persone: appena 62 in reinsediamento, ma 600 nei corridoi umanitari con la società civile e 863 con iniziative di evacuazione umanitaria. Dal febbraio 2016 al settembre 2024, grazie all'impegno di diverse realtà associative e religiose e a protocolli sottoscritti in vari Stati, l'esperienza del "corridoi umanitari" ha permesso di raggiungere l'Europa in sicurezza a 7.831 persone, di cui 6.807 solo in Italia.

Per il periodo 1° gennaio-31 luglio 2024 il ministero dell'interno conta 6.284 permessi di soggiorno per cure mediche e protezione delle vittime di tratta, di violenza domestica, di grave sfruttamento lavorativo o di calamità naturali (nel periodo sono stati riconosciuti anche due permessi per valore civile). Nel 2024 l'Italia ha assistito fino al mese di settembre 1.737 vittime di tratta, per quasi il 60% donne e per più di un terzo uomini, oltre a un 6% di persone transessuali. Nel 2023 le persone assistite erano state in tutto 1.899, nel 2022 1.823, nel 2021 1.915 e nel 2020 2.033.

Alla fine dell'ottobre 2024 si trovano in accoglienza in Italia circa 138 mila fra richiedenti asilo, rifugiati e migranti. Ben 100 mila degli accolti, il 73% del totale (percentuale poco più bassa dell'anno precedente), continuano ad essere ospitati nel circuito dei centri di prima accoglienza e nei CAS (Centri di accoglienza straordinaria). A livello nazionale, solo il 27% degli ospiti si trova nella rete di Comuni del SAI. Ma la percentuale è molto più elevata in Puglia e Calabria, dove sfiora il 50%, mentre il Molise si colloca sul 55% e la Sicilia addirittura sul 62,5%.
Nel 2023 la rete SAI-SIPROIMI- SPRAR ha raggiunto la sua massima estensione di sempre per numero di persone accolte, 54.512. Quanto ai posti, il massimo era stato toccato un anno prima (44.511), per flettere poi a 43.193 nel 2023.

Dall'11 aprile 2023, data di dichiarazione, da parte del governo Meloni, dello "stato di emergenza" per i flussi di migranti, la capacità dei CAS è cresciuta da 76 mila posti a quasi 96 mila. Ma intanto, i posti nel SAI sono in flessione.

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