A questo punto manca solo l’ufficializzazione. Matteo Renzi conquista la festa nazionale del Pd, a Genova. E di fatto annuncia la sua candidatura alla leadership del Pd. E, com’era prevedibile, l'eventualità della "discesa in campo" come segretario del Partito democratico ha acceso il dibattito interno in un momento delicato per il futuro del premier Enrico Letta. Così, mentre va in scena un violentissimo derby tra i due leader piddini, piovono diverse le stroncature e le prese di posizione, dal capogruppo alla Camera Roberto Speranza ai rivali di Renzi nella corsa alla segreteria, Pippo Civati (un tempo alleato del sindaco di Firenze) e Gianni Cuperlo, all’ex deputato piemontese di area cattolica Giorgio Merlo. Dario Franceschini e la sua Areadem, invece, sosterranno Renzi alla segreteria "se saprà unire il partito".
"Ci sto facendo un pensierino, io sono disponibile ma mi devono votare gli elettori". È la chiamata al popolo democrat dell'ex rottamatore che ieri sera, per oltre un’ora, ha dato un assaggio della campagna d’assalto che farà alle primarie in nome della necessità di una "rivoluzione radicale" dentro la società, dentro il partito e anche nei confronti del governo che "al cacciavite" (come disse lo stesso Letta) deve sostituire "le idee" della sinistra, che è tale non se "si compiace, ma se vince". Due giorni dopo l’inaugurazione della festa da parte del premier piddì, Renzi affronta la stessa platea. Ed è inevitabile che il confronto si trasformi in un vero e proprio scontro. La resa dei conti, però, è ancora da venire. Carlo De Benedetti già sogna. Alla Tessera Numero Uno, del Pd, nonché proprietario della Repubblica, non passa certo inosservato la stilettata di Renzi al (concorrente) Corriere della Sera. È bastato che il direttore Enrico Mentana facesse i nomi di Salvatore Ligresti e Romain Zaleski, perché il sindaco di Firenze passasse all'attacco: "Il problema sono gli intrecci. Io, sul Corriere della Sera, non ho letto un solo articolo chiaro, nei mesi scorso, sulla vicenda Ligresti. Dov'era la Consob, quando il sistema delle banche salvava sistematicamente imprese che in un mercato normale sarebbero già fallite da decenni?". Più che alla platea piddì di Genova, il messaggio in codice era diretto a Letta. Messaggio in codice che, come spiega Dagospia, va letto: "Caro Enrichetto, so perfettamente che dietro di te ci sono il Corriere, Intesa Sanpaolo, la Fiat, Mediobanca, Ubi Banca, la Mittel e quel che resta della finanza cattolica bresciana. Bene, caro nipotastro, allora sappi che dietro di me ci sono Unicredit, Della Valle e De Benedetti".
Ma il partito è tutt'altro affare. Anzi, un brutto affare. Un brutto affare fatto di correnti, amici-nemici e vecchi rancori. E soprattutto: un puro istinto di sopravvivenza. Il perno sta tutto negli incarichi: il segretario democrat sarà anche il candidato premier? Per Speranza non è automatico che chi faccia il segretario correrà per Palazzo Chigi. Peccato che il sindaco di Firenze chieda l'esatto contrario, ovvero che le cariche coincidano. "In un momento in cui l’antipolitica avanza e i partiti sono in grande affanno, le grandi scelte vanno fatte dal basso - è la risposta di Speranza - coinvolgendo i cittadini". La frattura è multipla. Se Goffredo Bettini chiede ai giovani del Pd di schierarsi con Renzi contro le forze della conservazione, l'ex Ds Gianni Cuperlo (vicino a Massimo D’Alema) non ci sta. Di tutt'altro avviso l'Areadem di Franceschini.
"Dopo anni di scontri nel centrosinistra - ha detto il ministro dal palco della festa del Pd di Genova - c’è bisogno adesso di unità e se Renzi, come ha detto, lavorerà da segretario per innovare il Pd, tenendolo unito e non dividendolo sono pronto a votarlo". Insomma, la lotta per bande è già iniziata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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