E c'è chi intasca 13mila euro al giorno

L'inchiesta senese sulla vecchia dirigenza svela altri particolari Baldassarri accusato di aver lasciato un buco da 5,5 miliardi

Bandiera a mezz'asta della contrada della Lupa in lutto per David Rossi
Bandiera a mezz'asta della contrada della Lupa in lutto per David Rossi

Siena Il capo del risk management che accusa il collega dell'area finanza di aver bruciato 11mila miliardi del vecchio conio. Il manager di Nomura a cui i pm chiedono la busta paga, scoprendo che negli ultimi quattro anni ha incassato più di 20 milioni di euro, ossia più di 13mila al giorno, 500 e passa euro l'ora. Le tante, troppe, versioni sulle disastrose operazioni sui derivati. Le nuove carte dell'inchiesta senese peggiorano la situazione del vecchio Monte. Giovanni Conti, capo del risk management di Mps, accusa l'ex numero uno dell'area finanza, Gianluca Baldassarri, reo di aver lasciato, a suo dire, un buco di 5,5 miliardi di euro nelle casse di Mps: «Mi chiedo come potesse essere ammissibile che quel dirigente continuasse ad avere la responsabilità dell'area finanza di una banca dell'importanza della nostra».

UNA VERSIONE CORTESE

Spunta poi una doppia, in parte diversa, ricostruzione, del disastroso accordo tra la banca toscana e la giapponese Nomura per «nascondere» le perdite dell'operazione Alexandria. L'ex manager Dresdner Michele Cortese (l'uomo che rivelò al banchiere-superteste Antonio Rizzo che Baldassare e Pontone erano noti come «la banda del 5 per cento») spiega che ad aprile del 2008 propone a Baldassarri «una serie di ristrutturazioni» di Alexandria, la cui perdita potenziale per Mps ammontava già a più di 200 milioni di euro. L'intervento di «ristrutturazione», secondo Cortese, avrebbe aumentato in prospettiva «le probabilità che la stessa (Alexandria, ndr) potesse ripagare il 100 per cento del suo valore nozionale alla scadenza». Ma Baldassarri se ne infischiò. E dopo qualche mese, Cortese partecipa a un meeting negli uffici londinesi di Dresdner «dove dei rappresentanti di Nomura, tra i quali rammento Raffaele Ricci, si dichiararono interessati a rilevare, dopo discussione con Mps nella persona di Baldassarri, l'esposizione esistente sull'operazione Alexandria». Cosa che poi in effetti accade, con sorpresa di Cortese. L'operazione perfezionata tra la banca giapponese e Monte dei Paschi su Alexandria ha un nome da film di spionaggio: progetto Stoccolma.

«PROGETTO STOCCOLMA»

Lo rivela ai pm Raffaele Ricci, il manager che quando era in Dresdner, nel 2005, insieme a Giovanni Marolda vende Alexandria a Mps. E che, passato a Nomura nel 2009, si occupa appunto del «progetto Stoccolma», che culminerà nella ormai celebre conference call registrata tra i vertici di Nomura e di Mps. A verbale Ricci non fa parola del mancato ruolo di Dresdner nella ristrutturazione di Alexandria. Dice che dopo aver contattato il «cliente» Baldassarri a gennaio 2009, questi gli «rappresentò l'intenzione di considerare la ristrutturazione del titolo Alexandria, che era in perdita, e mi disse che si erano già rivolti a Jp Morgan». Ma poco dopo «Baldassarri mi fece presente che Jp Morgan si era ritirata dalla trattativa». Che dunque si concluse tra Nomura e Mps. Per quell'esito disastroso il nuovo Cda di Mps ha chiesto i danni alla banca nipponica.

DAL GIAPPONE CON GUADAGNO

Che guadagnò non poco, secondo Ricci: «Dopo la chiusura dell'operazione Alexandria, Nomura ha ha segnato come utile dell'operazione, circa 40 o 45 milioni di dollari. Alla chiusura dell'esercizio 2009/2010 posso indicare (…) un utile complessivo per Nomura superiore ai 100 milioni di dollari». E lei quanto guadagna? Chiedono i pm. «La mia retribuzione è composta da un fisso salariale di 300mila sterline l'anno (circa 350mila euro, ndr) più un bonus sull'operatività dell'anno precedente». E per il progetto Stoccolma il guadagno, attraverso il «bonus» incassato nel 2010, qual è stato? «Ammontava a circa 10 milioni di dollari, rappresentati per l'82 per cento da azioni di Nomura. L'anno precedente avevo ricevuto circa 5 milioni di dollari, nel 2011 7 milioni e nel 2012 circa 3,5». Fanno più di 25 milioni di dollari in 4 anni solo di bonus.

Ricci vuol mettere a verbale una precisazione: quei guadagni stellari «tengono in considerazione i risultati di tutta l'unità vendita Europa e Medio Oriente che gestisco, nonché i risultati di Nomura nel suo complesso e quelli della divisione vendita prodotti a tasso fisso».

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