Ecco i bimbi in passerella col giubbotto antiproiettile

Miguel Caballero, stilista venezuelano, lancia la linea «Kids» Obiettivo: proteggere i piccoli, senza rinunciare alla moda

Ecco i bimbi in passerella col giubbotto antiproiettile

Gli adulti devono proteggere i bambini. Con la forza incrollabile dell'amore? No, con la forza impenetrabile del giubbino antiproiettile. Ma come si è ridotto il genere umano se nel mondo ci sono migliaia di genitori che la mattina, invece del cappellino, fanno indossare al figlioletto la canottiera corazzata? Fa veramente impressione «ammirare» i baby modelli che mostrano in passerella la nuova linea, MC kids. Kids sta per bimbi; MC sono le iniziali di Miguel Caballero, che non è un personaggio di Jacovitti, ma il più importante grossista sudamericano especializado in protecciôn personal. Insomma, abbigliamento «pesante»: tanto che al loro interno nasconde un'anima metallica a prova di pistolettata.

Per fortuna non siamo al Pitti Bimbo di Firenze ma dall'altra parte del mondo: esattamente a Bogotà, nel quartier generale della ditta Miguel Caballero, tra i più grande produttori di «equipaggiamento difensivo». I suoi clienti più esigenti sono poliziotti, soldati, guardie del corpo e personaggi a rischio attentati (politici, magistrati, giornalisti, religiosi...): categorie che nei paesi importatori degli articoli griffati Miguel Caballero non dormo sonni tranquilli. Ma Caballero non è semplicemente un logo, è un signore di 46 anni che sull'allarme sicurezza ha costruito un impero. Miguel è una sorta di rabdomante della paura, che orienta la sua bacchetta in base ai flussi magnetici del terrore internazionale. Negli Stati Uniti le recenti stragi nei college hanno trasformato le scuole da luoghi un tempo considerati sicuri in potenziali obiettivi sensibili. La sindrome del terrorista, del maniaco o del pazzo ha preso piede e tra le famiglie della upper class americana e così sono sempre di più le mamme che, invece del Moncler, infilano al figlio un piumino «Caballero». Miguel ha subito nasato il bacino di utenza e così si è attrezzato per soddisfare la nuova fetta di mercato. Nei sui stabilimenti in Venezuela e Colombia è partita l'operazione MC kids e subito l'atelier Caballero ha sformato una linea per piccoli con coloratissimi giubbotti, magliette e zainetti alla moda: tutti però, rigorosamente, blindati. Tra i committenti non mancano ricchi oligarchi di varia nazionalità preoccupati per la sorte dei loro pargoli, un'apprensione condivisa anche da varie famiglie di narcotrafficanti tra cui vendette e regolamenti di conti sono all'ordine del giorno. Il merito della leggiadria estetica dei capi Caballero è merito della fidanzata del signor Miguel: è lei infatti a disegnare i modelli che poi sfilano sulla passerella interna all'azienda di Bogotà per sbarcare poi nei negozi specializzati di mezzo mondo e perfino in un «corner» riservato nei celebri Magazzino Harrods di Londra. Capi «benedetti», considerato che tra gli accessori più richiesti della collezione Caballero figura anche una Bibbia antiproiettile. Roba che può salvarti la vita se sei un prete colombiano o venezuelano e dall'altare denunci i traffici sporchi dei boss locali. Anche gente come re Abdullah II di Giordania, Barack Obama e il giudice Garzon hanno nell'armadio un guardaroba firmato Caballero: golfini, blazer, polo, camicie tutti con uno strato invisibile di un materiale ibrido tra il nylon e il poliestere, a prova di calibro 38.

Iniziato 21 anni fa, il business della Miguel Caballero ha fatto il botto negli ultimi due: fatturato raddoppiato, esportazioni al 98 per cento e rivenditori in oltre 20 Paesi. Sulla qualità dei prodotti garantiscono i 200 dipendenti, tutti «fidelizzati» in modo decisamente originale. Caballero li prende uno ad uno, gli mette addosso un abito della collezione e poi gli spara.

Così, sostiene, gli operai imparano sulla loro pelle quanto è importante lavorare con cura. Sul sito dell'azienda è cliccatissimo il video in cui ogni operaio dichiara soddisfatto: «A mi me sparò Miguel Caballero!». Poterlo testimoniare è già una gran soddisfazione...

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