Se come sostiene una celebre frase attribuita al poeta fiorentino Dante Alighieri, “i nomi sono conseguenti alle cose”, il nuovo corso del Partito democratico ha capovolto il concetto: prima cambia i nomi e gli slogan, ai quali ora dovrebbero seguire i fatti. Il paradosso di dem e compagni, però, non funziona. Dopo il cosiddetto effetto Schlein, creato ad hoc dalla stampa progressista, ecco la nuova trovata irrealistica del Pd: l’effetto Sardegna. La realtà, come rivela l’ultimo sondaggio Agi/Youtrend, si riserva di smontare in piccoli pezzi la narrazione di Elly Schlein.
La Supermedia Agi/Youtrend, che ha il merito di fare una media ponderata di tuti i sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, non fa sconti al Partito democratico. La risicata vittoria in Sardegna se da un lato ha riacceso le speranze del campo largo, dall’altro ha esalato gli inutili e scontati toni trionfalistici targati Pd. I numeri della rilevazione fanno tornare tutte le opposizioni con i piedi ben ancorati al terreno. Se il M5S di Giuseppe Conte può vantare un 16,4% delle preferenze, il crollo del Pd è altrettanto evidente. Il gruppo di Schlein perde lo 0,3% e scende al 19,4%. La soglia del 20%, obiettivo minimo per la segretaria dem in vista delle prossime elezioni europee di giugno, è clamorosamente più lontana. Cala anche Azione, il partito di Carlo Calenda, che ora si trova al 3,9% mentre Alleanza Verdi-Sinistra tiene con il 4% delle preferenze. Stabile, invece, l’intera coalizione di centrodestra. Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni rimane saldamente al comando come primo partito; la Lega ottiene l’8,3% delle preferenze mentre Forza Italia di Antonio Tajani guadagna uno 0,3% di consensi portando il suo partito al 7,7%.
A stupire, come spesso accade da un anno a questa parte, è la differenza incolmabile tra le dichiarazioni quotidiane di Elly Schlein e il riscontro degli elettori. Il "vento del cambiamento” sardo, come più volte ribadito dal Pd, avrebbe dovuto riflettere le intenzioni dell’intera penisola. Risultato? L’esatto opposto di quanto auspicato dai vertici dem: il voto regionale sardo, seppur importante, non ha avuto alcun riflesso a livello nazionale. Una contraddizione in termini segnalata, con dovizia di particolari, dal direttore dell’Istituto Tecnè Carlo Buttaroni. Incalzato da Il Secolo d’Italia, il sondaggista non utilizza mezzi termini per smontare le fantasie della sinistra nostrana.
"In Italia – esordisce Buttaroni in riferimento al voto sardo - mi sembra ci sia stato un effetto fantasy". Il motivo è presto detto: "Se una coalizione ha aumentato i consensi del 20% rispetto a un anno e mezzo fa – si chiede - e un’altra ha una contrazione del 13% chi ha vinto?". Il riferimento è al centrodestra, le cui liste sono andate meglio rispetto a un anno e mezzo fa, a differenza invece di quanto successo al centrosinistra. Poi il messaggio al campo largo:"Se vogliamo parlare di venti, il vento è favorevole al governo. In Sardegna il consenso ai partiti di governo è netto, con un più 20%, mentre Pd e 5Stelle perdono il 13%. Il dato istituzionale ci dice che ha vinto la Todde ma il dato politico ci consegna un centrodestra maggioritario nel paese”.
Nota metodologica:
La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 15 al 28 febbraio, è stata effettuata il giorno 29 febbraio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati.
I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Eumetra (data di pubblicazione: 22 febbraio), Euromedia (27 febbraio), Ipsos (24 febbraio), Ixè (19 febbraio), Noto (20 febbraio), SWG (19 e 26 febbraio) e Tecnè (16, 24 e 26 febbraio). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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