Salvare il patrimonio dall'eurocrisi è la sfida più difficile per ogni risparmiatore. Per aiutare i lettori a orientarsi il Giornale ha interpellato due esperti nella movimentazione dei portafogli titoli. Armando Carcaterra, direttore investimenti della società di gestione Anima (tra i leader in Italia), ha suggerito come impostare il proprio portafoglio nell'arco di 12 mesi, mentre Corrado Caironi, stratega di R&Ca-ricercaefinanza.it (ed ex numero uno in Italia dei colossi americani BlackRock e Merrill Lynch), ha ipotizzato uno scenario per ottenere un rendimento nei prossimi 6 e 18 mesi. Per entrambi la parola d'ordine è «prudenza». Se il mercato si riprenderà, si potranno ottenere rendimenti fino al 7%, ma se le incertezze della zona euro dovessero persistere, è meglio privilegiare la liquidità in tutte le sue forme: Bot, conti di deposito e anche «pronti contro termine».
Per cogliere tutte le opzioni possibili, anche dal punto di vista valutario, è comunque meglio affidarsi ai fondi sia che investano in obbligazioni sia che puntino sulle azioni. In questo modo si riducono i rischi legati alle strategie «fai-da-te».
6 mesi La parola d’ordine è liquidità: dai conti di deposito anche il 3%
Difendere il proprio patrimonio e cercare un rendimento soddisfacente in un orizzonte di breve termine come quello a sei mesi è una sfida interessante. Soprattutto perché i mercati in quest’ultimo periodo ci hanno abituati a turbolenze spesso inaspettate con una sequela di rialzi e ribassi di difficile lettura.
Ecco perché se non si è disposti a rischiare, ma si è soprattutto intenzionati a proteggere dai rischi i propri risparmi, la parola d’ordine è liquidità. Se il capitale disponibile si aggira intorno ai 10mila euro o poco più,ovviamente,l’unica possibilità è comperare i«pronti contro termine » (un prestito di titoli a breve scadenza che le banche remunerano generalmente al 2,5% netto su scadenze semestrali).
Se, invece, la disponibilità è più elevata, si può aprire il proprio portafoglio a un ventaglio di opportunità, cioè si può differenziare. Per chi ha un atteggiamento conservativo sei mesi non sono il termine ideale per esporsi ai mercati azionari, dunque il proprio tesoretto può essere dislocato come segue. Il 10% può essere investito in fondi specializzati in titoli di Stato dell’area euro a breve termine (il rendimento è basso perché questi prodotti ovviamente puntano sulla sicurezza tedesca più che sul rendimento italiano). Un 25% invece può essere accantonato nei conti di deposito (i depositi vincolati ai quali viene applicato un tasso vantaggioso) come quelli di Banca Mediolanum, CheBanca! e Conto Arancio. A sei mesi si riescono a spuntare rendimenti fino al 3 per cento. Il 45% può essere investito sui fondi obbligazionari governativi dell’area euro a medio termine, mentre il restante 20% in fondi obbligazionari globali (cioè che investono in tutto il mondo) specializzato nel settore industriale e in titoli ad alto rendimento. Questo paniere può rendere fino al 4% netto se la situazione di incertezza perdurerà. Se l’impostazione del mercato dovesse migliorare si potrebbe comunque ottenere un 2,5% netto.
Chi ama le scommesse, invece, può replicare il portafoglio prudente con una piccola variante.Anziché puntare il 45%sulle obbligazioni statali dell’area euro a medio termine, si riduce questa componente al 30% utilizzando il residuo 15% per investire su un fondo azionario globale incentrato sulle azioni dei Paesi sviluppati che garantiscono elevati dividendi. In questo modo si dovrebbe riuscire a strappare un rendimento del 4,5% netto che può arrivare fino al 5%, se i mercati dovessero orientarsi positivamente. Si tratta, comunque, di una buona performance tenuto conto del nervosismo delle Borse.
12 mesi
Un mix bilanciato di fondi in attesa che passi la bufera
Un portafoglio per stare tranquilli nei prossimi dodici mesi. Avere un po’ di pazienza in più,in questo caso,potrebbe consentirci di approfittare della svolta decisiva dei mercati, ormai attesa da molti mesi. Se la Bce e il Fondo salva-Stati scrivessero la parola «fine» alle speculazioni nei confronti della moneta unica con interventi a sostegno dei Paesi più in difficoltà, le prospettive sarebbero positive.
Ecco, dunque, come prepararsi al bel tempo sulle piazze finanziarie. Se la propensione al rischio è bassa e si bada soprattutto al capitale, il primo pensiero deve essere la liquidità. In questo caso, un 20% investito in un Bot annuale dovrebbe garantire un rendimento lordo del 2% circa. Un altro 12% dovrebbe essere allocato su un fondo obbligazionario che investa in titoli di Stato italiani in modo da garantirsi dei buoni rendimenti, mentre un 8%su un fondo obbligazionario dell’area euro per stare sicuri. Un altro 20% andrebbe stanziato per acquistare quote di un fondo obbligazionario dedicato alle società industriali e finanziarie dell’Eurozona (rendimenti attorno al 5%). Mentre un altro 20% dovrebbe essere ripartito tra un fondo obbligazionario dedicato alle società industriali dei Paesi sviluppati e un altro dedicato ai bond industriali e finanziari dei Paesi emergenti.Quest’ultima miscela dovrebbe strappare un altro 3%di rendimento.L’ultimo 20%a nostra disposizione può essere investito sui fondi azionari. Anche in questo caso diversificare è importante, perciò meglio mettere il 10%su un azionario europeo e l’altro 10% su un azionario internazionale. Secondo stime prudenti, in un contesto positivo, gli azionari potrebbero portarci un 10% netto spingendo il rendimento del nostro portafoglio vicino al 4,5% (3% se invece i mercati dovessero invece impostarsi negativamente).
Il risparmiatore che ama la scommessa e, dunque, non teme le incertezze dei mercati azionari può modificare il paniere raddoppiando la quota di fondi azionari in portafoglio al 40% (20% area euro e 20% globale). Il restante 60%, perciò, dovrà essere rimodulato secondo la ripartizione esposta sopra. Il 15% dedicato al Bot annuale, il 15% ripartito tra l’obbligazionario di Stato italiano (9%) e quello dell’area euro (6%), il 15% dedicato ai bond societari europei e il 15% per quelli dei gruppi internazionali (7,5% Paesi sviluppati e 7,5% Paesi emergenti). In questo modo il rendimento netto può arrivare fino al 6% se i mercati dovessero impostarsi positivamente. In caso contrario, la componente obbligazionaria e di liquidità (nonché la diversificazione valutaria) dovrebbero garantire circa il 4 per cento.
18 mesi Giocare la carta dei «future» per aumentare i rendimenti
Guadagnare e mettere i risparmi al sicuro in un arco di 18 mesi segna una profonda differenza tra i profili degli investitori. Chi ha una propensione bassa al rischio, infatti, resterà lontano dalle azioni e beneficerà indirettamente di eventuali rialzi. Chi, invece, ha la passione per la Borsa, deve garantirsi un rendimento superiore a quello che conseguirebbe se parcheggiasse la sua liquidità in un Btp. Più si allungano le scadenze, infatti, più il fattore-rendimento è decisivo per chi vuole scommettere. Ma andiamo con ordine.L’investitore con una bassa propensione al rischio può mantenere sempre il 25% nei conti di deposito (in questo caso il rendimento netto si manterrà quasi sempre al di sopra del 3,5% visto il vincolo più lungo), mentre il 10% resterà sempre investito su fondi dedicati ai titoli di Stato a breve termine dell’area euro.
La componente in fondi obbligazionari a medio termine dovrebbe essere impostata sul 30%, mentre lo spazio per i fondi globali dedicati alle obbligazioni societarie ad alto rendimento dovrebbe attestarsi sul 35 per cento.
Questo mix differente dovrebbe consentire il raggiungimentodi un rendimento netto del 4,5%, sia nel caso i mercati restino nervosi sia che si avviino sulla strada del rialzo.
Discorso molto diverso per chi, invece, è disposto ad azzardare. Innanzitutto il 50% va messo al riparo tramite un 10% di liquidità (conti di deposito)e un 40%di fondi obbligazionari dell’area euro. Il restante 50% si può ripartire tra un 25% di fondi obbligazionari globali dedicati alle società ad alto rendimento ( quelle con la cedola più elevata), un 15% dedicato a un fondo azionario globale composto da titoli che staccano un elevato dividendo e un 10% con un fondo azionario che punta sui Paesi emergenti (Brasile, Russia, India e Cina in primis). Questa soluzione, se il mercato riparte, può garantire fino al 7% netto.
Ma se le Borse dovessero continuare a essere preda dell’incertezza,il rendimento può scendere fino al 5-5,5 per cento. Come detto in precedenza, questa redditività non è molto premiante rispetto a quella garantita dal portafoglio conservativo. Ecco perché gli investitori più esperti hanno una carta per «pompare» il rendimento: i future, ossia i contratti per comprare (call) o vendere (put) a una determinata scadenza un determinato titolo.
Se si è ottimisti si può usare il 10%di liquidità come garanzia per acquistare una call sull’indice azionario globale Msci World.
line-height: 24px;">Se il mercato salirà,il nostro portafoglio sarà trascinato ancor più all’insù dal future. I pessimisti, invece, possono comprare una put per limitare i danni in caso di ribassi.
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