Dopo oltre due ore di Consiglio dei ministri, Matteo Renzi presenta la sua riforma della pubblica amministrazione, che sarà varata tra 40 giorni, il 13 giugno, dopo le Europee e dopo la campagna elettorale. Un "tentativo di cambiamento radicale nella Pa" - promette - che però non arriverà subito.
"Noi offriamo per 40 giorni al confronto la riforma", ha detto il premier aprendo a suggerimenti. "Scriveteci a rivoluzione@governo.it", ha spiegato, chiedendo consigli a dipendenti e forze sindacali, "Dal 30 aprile al 30 maggio ci sarà la consultazione e poi il 3 giugno il provvedimento va in Cdm. La prima filiera di interventi è pronta possiamo trasferirla domattina in un disegno di legge. È un’assoluta rivoluzione, però prima di dare il via libera al documento normativo vi vogliamo ascoltare, non abbiamo paura del confronto".
Tre i punti su cui si sviluppa la riforma della Pa: "Capitale umano, innovazione, tagli alle strutture non necessarie", ha spiegato Renzi che sottolinea come questi temi saranno affrontati anche tramite il decreto "Sforbicia Italia" e l'uso degli "open data come strumento di trasparenza".
Il premier ha inoltre sottolineato come il governo stia rispettando la scaletta che si era prefissata: "Siamo oggi molto lieti di poter offrire all’attenzione un ulteriore tassello della sistematica operazione di cambiamento del paese e che sta rispettando tutte le scadenze che ci siamo autoimposti per arrivare ad oggi con la proposta del governo sulla riforma della Pa", ha detto, assicurando che la riforma non è contro i lavoratori: "Pensiamo che la riforma fatta contro le lavoratrici e i lavoratori abbia le gambe corte".
Il governo, anzi, vuole "stangare" i pochi fannulloni e premiare gli altri: "Se passo giornata a dire che sei un fannullone è difficile che il destinatario dell’invettiva si senta motivato", ha detto Renzi, "Certo che esistono fannulloni nella Pa, ma compito di chi dirige non è lamentarsi ma provare a cambiare". Via quindi anche l'impossibilità di licenziare qualcuno, che porterebbe lavoro per i giovani: La riforma, infatti, prevede "la possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico oltre un determinato termine" e "l’introduzione del ruolo unico della dirigenza". "L’abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio comporta la possibilità di far entrare 10 mila giovani nella P.A", promette".
E ancora: "accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali"; riduzione delle sedi della Ragioneria dello Stato ("non più sedi in ogni provincia"); "le prefetture diventeranno non più di 40"; "accorpamento degli Aci e della motorizzazione civile"; "tagli agli sprechi con la riorganizzazione strategica della ricerca
pubblica,aggregando 20 enti che svolgono funzioni simili"; "l’introduzione del Pin del cittadino"; una "centrale unica per gli acquisti delle forze di polizia"; "una gestione associata dei servizi di supporto locale".
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