Ecco la verità sulla polizia "razzista", il pasticcio di Spano e Salis: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: le dimissioni del capo di Gabinetto di Giuli, i migranti in Albania e Yuki Kawamura

Ecco la verità sulla polizia "razzista", il pasticcio di Spano e Salis: quindi, oggi...

- La polizia italiana è razzista! Lo dice l’Ecri, una commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa di cui nessuno era a conoscenza fino ad oggi e di cui non sentivamo la mancanza. Ma è davvero così? Non esattamente. Secondo l’ente europeo gli agenti metterebbero in atto una sorta di “profilazione razziale” scegliendo chi controllare e chi no, focalizzando l’attenzione su Rom e immigrati. A parte che nel testo si parla di “numerosi casi di profilazione razziale” senza fornire cifre esatte. Ma poi i numeri non tornano. Allora: secondo i dati del Viminale, nel 2023 i reparti di polizia hanno controllato 8,7 milioni di persone. Secondo l’Istat, i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno presenti in Italia al 31 dicembre 2023 erano “solo” 3 milioni e 600mila. Anche inserendo una nutrita fetta di irregolari (secondo Ismu sono 458 mila unità), si arriva ad un totale di poco più di 4 milioni. Le stime sono stime, e non sempre ci azzeccano. Quindi teniamoci larghi e mettiamoci dentro tutti, prendendo per buono il dato fornito dalla Caritas, che stima a 5,3 milioni le persone straniere residenti nel Belpaese. Beh: se la polizia attuasse davvero una profilazione, vorrebbe dire che nel 2023 avrebbe controllato tutti (dicasi tutti) gli stranieri presenti sul territorio nazionale, regolari e irregolari, alti, bassi, grassi o magri. Il che è impossibile, oltre che evidentemente falso. A questi, peraltro, si aggiungerebbero comunque altri 3,5 milioni di italiani fermati e controllati. Insomma: statistiche alla mano, mi sa che all’Ecri devono imparare a fare di conto, prima di accusare i nostri agenti.

- L’intervista al ministro Piantedosi sul decreto dei Paesi Sicuri, va detto, lascia trapelare una certa apprensione: forse il governo non è così sicuro che averla elevata a rango di legge metterà la norma al sicuro dalle manovre dei giudici.

- Fa notare giustamente Piantedosi che alcuni Paesi Ue, che noi riteniamo democraticissimi, rimpatriano i migranti senza diritto di asilo pure in Afghanistan. Cioè tra i Talebani. Noi fin qui non ci siamo mai arrivati eppure ci accusano di razzismo. Vi pare normale?

- Ilaria Salis sulla sulla richiesta di toglierle l’immunità parlamentare: ”Io voglio difendermi all'interno di un processo che sia rispettoso dei diritti fondamentali, che sia rispettoso del principio di presunzione di innocenza, che sia rispettoso del principio di proporzionalità. Io voglio difendermi all'interno di un processo che sia giusto ed equo e il problema è che questo non può svolgersi in Ungheria e ne abbiamo già avuto ampie prove”. In pratica vuole scegliersi lei il giudice. E la sinistra del “bisogna difendersi nel processo, non dal processo” muta.

- Avete presente il caso dei migranti in Albania? Ecco: oggi dovete guardare con molta attenzione a pagina 2 del Corriere della Sera. Se lo faceste, potreste notare cosa c’è scritto in quel piccolo box a centro pagina, reso quasi introvabile dal redattore responsabile dell’impaginazione. Il Corsera l’ha nascosta come meglio poteva, eppure quell’intervista è di grande rilievo per quanto riguarda il dibattito giuridico sul caso dei 12 migranti portati in Albania il cui trattenimento non è stato convalidato dai giudici del Tribunale di Roma. Perché è così importante? Perché l’intervistato è Cesare Mirabelli, costituzionalista, presidente emerito della Corte Costituzionale. Non l’ultimo dei passanti. E Mirabelli ritiene che: 1) spetta al governo stabilire quali Stati siano sicuri e non ai giudici, “che devono attenersi alla lista”. 2) che la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue, che i magistrati romani hanno ritenuto vincolante, utilizzandola come clava per abbattere il patto albanese, “non era un tana libera tutti”, che “non imponeva ai Paesi europei di stracciare le proprie norme” e che l’appartenenza di un migrante ad una fazione politica o ad una minoranza etnica o di orientamento sessuale “non rende tutto il Paese non sicuro”. Ora: le tesi di Mirabelli, che criticano aspramente i decreti anti-Albania, sono opinabili se volete: roba da azzeccagarbugli. Ma una cosa è certa: se un giurista di grido avesse “sostenuto” le tesi di Albano&co state pur certi che non lo avrebbero relegato in quel minuscolo invisibile box di pagina 2.

- Poco interessa del motivo per cui Francesco Spano, fresco di nomina a Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura, sia stato costretto alle dimissioni. Si vocifera di un contratto retribuito a suo marito al Maxxi, situazione scomoda scoperta da Report. Vedremo. Il fatto è che l’errore più che di Spano è tutto di Giuli: uno con quel background, per quanto limpido e cristallino, ma gravido di polemiche sulla sua direzione dell’Unar, peraltro cavalcate proprio da Giorgia Meloni, non andava nominato al Mic. Punto. Si volta pagina.

- Posso comprendere, umanamente, il funzionario pubblico che casca nella corruzione: i soldi fanno sempre gola e intascare le mazzette pare sempre così semplice. Trovo insopportabile però l’indecenza di chi frigna, una volta beccato, e sostiene che quei soldi “mi servivano per pagare le spese familiari”. Se, come nel caso di Paolino Iorio, ex direttore generale di Sogei, ti becchi 8.500 euro di stipendio al mese non puoi - ripeto: non puoi - giustificare l’extra a suon di mazzette con le insopportabili spese per badante dell’anziana madre.

- Date un premio a Yuki Kawamura, giocatore di basket di 173cm che inizia la sua stagione regolare in Nba. È basso, troppo basso. E di gente così ne nasce uno ogni miliardi di aspiranti giocatori. Ma è il mito di tutti quelli che, mai cresciuti abbastanza, hanno visto i sogni di gloria infrangersi contro il muro dell’altezza. Vederlo palleggiare, spaccare le difese, fornire assist alla vecchia maniera è uno spettacolo per gli occhi. Chapeau.

- Dispiace vedere Italia Viva e i renziani ridursi così al solo scopo di guadagnare lo strapuntino di "alleanza" che sperano di siglare ora con questi, ora con quelli. Adesso che Matteo Renzi punta a un accordo con Elly Schlein, ecco che depositano un inutile esposto alla Corte dei Conti sul caso Albania. Secondo Bonifazi, che pure è persona intelligente, se un governo imposta una politica migratoria (legittima) e questa si scontra con l'interpretazione, in primo grado, dei giudici di Roma, allora automaticamente si configura il danno erariale. Siamo alla follia più totale.

Domanda: se i giudici contabili assolveranno il governo, come immaginiamo, saremo poi autorizzati a fare un esposto contro Bonifazi che, pagato coi soldi dei contribuenti, investe soldi dei contribuenti occupando la Corte con esposti inutili?

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