Alla fine, dopo mesi di tentennamenti, ha parlato. In campo per Monti, ma non proprio in campo. Insomma, nessuna candidatura ufficiale. "Il Paese prenda atto della disponibilità del premier a continuare il suo lavoro". Luca Cordero di Montezemolo, sentito dal Corriere della Sera e da Repubblica, apre all'ipotesi di un ritorno di Mario Monti all'esecutivo al termine di questa legislatura. "È necessario - dice il presidente di Italia Futura - costruire una grande forza popolare, riformatrice e liberale con l’obiettivo di dare consenso elettorale al percorso avviato da Monti". Un'idea per la quale è disposto a scendere in campo "personalmente", perché "abbia successo". Montezemolo mette le mani avanti. Si impegnerà, ma "senza rivendicare alcun ruolo o leadership". All'Italia, sottolinea, serve "cambiare, non comandare". Perché il film politico che si è visto finora è passato "dal cinepanettone all'horror di serie b". E oltre a Monti, "occorre mettere in campo una politica diversa da quelle del passato che ci hanno portato sin qui, in una posizione desolante che l’Italia non merita". "Spingerò l’associazione - dice il presidente della Ferrari - a dare una mano alla prospettiva di un Monti bis con uomini e donne nuovi. Con idee nuove. Per far nascere una nuova politica". Niente alleanze, poi, nè con il Pdl nè con il Pd (ma "dialogo con le persone responsabili"), perchè occorre "dare finalmente un approdo agli elettori liberali, democratici e riformisti" che non si riconoscono nei due principali partiti e non possono essere "condannati a disperdere i loro voto in piccoli partiti" ma in un "grande soggetto che abbia l’ambizione di essere il primo partito". Renzi? "È un fatto nuovo - risponde - una bella dimostrazione di democrazia".
Nel partito di quelli che credono al Monti premier per la seconda volta, ci sono anche Fini e Casini. Sono entrambi ad Arezzo, all'assemblea costituente Mille per l'Italia, al palazzo congressi. Fini sottolinea il suo orgoglio nell'aver archiviato "una stagione" e contribuito "alla nascita di una fase nuova", rappresentata dal "governo Monti". Poi loda la decisione di Monti di far presente che "se il popolo sovrano riterrà, sono disponibile a continuare".
Pierferdinando Casini coglie la palla al balzo: "Montezemolo? Sono cosi d’accordo con lui che avevo già detto qualche mese prima le cose che oggi lui dice. Da mesi io e Gianfranco diciamo che non si può fare a meno di Monti, che serve superare il bipolarismo muscolare che ha prodotto macerie a destra e a sinistra". E aggiunge: Mi piacerebbe molto che non ci fosse più bisogno di Monti, aprire gli occhi e vedere che il Paese è sistemato, che di Monti non c’è bisogno, che torni in Senato a fare il senatore, ma questo è un quadro idilliaco".
Sulla stessa lunghezza d'onda Gianfranco Fini: "Serve una grande lista civica nazionale, una grande lista per l’italia che chiami a raccolta le energie sane del paese senza personalismi. Tocca a voi fare sentire la vostra voce ed evitare così che il governo Monti sia una parentesi".
Ma Angelino Alfano smorza gli entusiasmi della cordata pro Monti. "Ho grande stima del presidente Monti, ritengo che lui sia candidabile a tutto, ho difficoltà a immaginare una campagna elettorale in una gfranmde democrazia occidentale in cui un candidato c’è ed è reale, quello della sinistra, e l’altro è virtuale perché non scende in campo".
E frena pure
Bersani, alla conferenza nazionale Con il su ricostruiamo l'Italia. Per il leader del Pd c'è "chi gioca con la governabilità, pensando che la balcanizzazione del Parlamento porti a un governissimo Monti, non so dove viva".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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