L'asticella è fissata a quota 200mila. Al di sotto, sarebbe uno smacco: la riprova che ormai il Pd sia un partito di minoranza, in tutti i sensi. Perché in termini propagandistici si può bluffare su tutto o quasi, ma non sui numeri. La campagna di tesseramento al partito dem si è conclusa formalmente ieri - 31 gennaio - alle 12 e ora inizierà la meticolosa conta delle adesioni. I militanti storici (quelli iscritti almeno dal 2021) potranno però registrarsi fino al 12 febbraio prossimo e un'ulteriore proroga l'avranno i simpatizzanti in Lazio e Lombardia, dove si vota per le regionali. Al netto dei posticipi, per i democrats nostrani è arrivato il momento della verità, sul quale aleggia il timore del flop.
Pd, crollo di iscritti: i numeri
Il sensibile crollo delle adesioni al Pd è ormai dato per acquisito, ma va ancora quantificato. Dopo un'iniziale fase comatosa, nella quale si era addittura parlato di soli 50mila iscritti, i dem si sono leggermente ripresi in vista del congresso e il tesseramento sarebbe salito a quota 150mila. Il dato - sperano dal Nazareno - potrebbe raggiungere anche le 200mila unità, consentendo così alla sinistra di tirare un sospiro di sollievo. Anche in questo caso, tuttavia, i numeri sarebbero però ben lontani dai fasti di un tempo: nel 2021 (due anni fa, ma sempre un'epoca) il Pd aveva 320mila iscritti, nel 2019 ne contava 412mila e nel 2008 con Veltroni addirittura 830mila. Quel consenso ora si è ridotto al lumicino e non è solo una questione di tessere, ma di voti.
Pd, ecco perché sono calati i tesserati
Quest'anno - spiegano fonti Pd - il tesseramento online (modalità scelta per garantire trasparenza) avrebbe scoraggiato molti militanti a rinnovare la loro adesione. Ma le ragioni dell'emorragia di iscritti sono ben più profonde. Dopo la disfatta elettorale dello scorso settembre, in tanti avrebbero perso fiducia nella creatura politica guidata da Enrico Letta, che già prima del voto veniva accusata dagli stessi simpatizzanti di aver smarrito lo storico spirito progressista. Nelle regioni meridionali, poi, il consenso al partito dem è stato eroso dai Cinque Stelle: il dato dovrebbe trovare conferma anche negli esiti del recente tesseramento. E intanto proprio sulle registrazioni al Sud c'è chi solleva sospetti. "Nelle ultime ore ci sono arrivate notizie di un tesseramento un pò 'dilatato' in Campania, quindi vogliamo vedere con chiarezza se ci sia stata la massima trasparenza, perchè questo è un congresso importante (...) C'è bisogno che le regole siano chiare e rispettate da tutti. Chiederemo alla commissione di garanzia", ha affermato nelle scorse ore a Caserta il candidato alla segreteria del Pd Gianni Cuperlo.
La stampella di Articolo1
A dare man forte al Pd, in compenso, ci ha pensato Articolo Uno con la propria convergenza: dai bersaniani dovrebbe arrivare la pre adesione di 9mila militanti. Meglio che niente. Così i dem puntano a raggiungere i 200mila iscritti per mantenersi a galla. "Il dato finale sarà la risposta alle Cassandre, a dire il vero qualcuna anche interna alla nostra stessa comunità, che preconizzavano un partito morto e sepolto", ha affermato il deputato Stefano Vaccari, responsabile dell'organizzazione dem, prevedendo "un dato significativo, seppure in calo rispetto agli oltre 320 mila iscritti del 2021".
Entra la Boldrini, Giarrusso resta fuori
Tra di essi non ci sarà l'ex grillino Dino Giarrusso, avvicinatosi al Pd ma escluso dai tesserati perché eletto in altri
gruppi. Così, agli occhi degli osservatori esterni, l'unica felice di tesserarsi al partito è sembrata Laura Boldrini, fresca di adesione con motivazioni per nulla ideologiche: "rafforzare l'unico argine alla destra più destra di sempre".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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