Esposto in procura anche a Catanzaro. Sul giallo dei soccorsi indagherà Gratteri

Il destino del governo finisce nelle mani di Nicola Gratteri.

Esposto in procura anche a Catanzaro. Sul giallo dei soccorsi indagherà Gratteri

Il destino del governo finisce nelle mani di Nicola Gratteri. «Non poteva andare diversamente», maligna qualche inquirente calabrese, che punta il dito su Rosario Russo, il sostituto procuratore generale della Cassazione in quiescenza, colui che ha tirato per la giacchetta il procuratore capo di Catanzaro con un dettagliato esposto sui morti della strage di Cutro presentato ai carabinieri e indirizzato al coraggioso magistrato antimafia, al quale (come anticipa Avvenire) viene chiesto di essere il «pm naturale» della possibile indagine sui ministri Matteo Salvini e Matteo Piantedosi per valutarne le eventuali responsabilità «sulla condotta della catena di comando dei soccorsi». «Il reato di tratta di esseri umani contestato nella fattispecie agli scafisti rientra senz'altro nelle ipotesi riconducibili a eversione, terrorismo e mafia di cui ha la competenza la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro», ragiona una fonte vicina alla Procura generale del capoluogo calabrese. Anche se la competenza dovesse essere contesa tra la Calabria e Roma, c'è chi sostiene che la Capitale stava già valutando di mandare alcune carte a Crotone. Ma la competenza, anche qualora dovesse essere istituito un Tribunale dei ministri per eventuali reati compiuti durante l'esercizio delle funzioni - come è già successo a Brescia e a Roma per le inchieste sul Covid aperte a Bergamo - sarebbe sempre e comunque di Catanzaro. «Anzi, perché Gratteri non si è mosso prima? E perché il Procuratore generale Giuseppe Lucantonio non ha mosso un dito?», si chiede la fonte. «Nella catena di comando che ha portato al mancato intervento di soccorso di quel vecchio caicco nonostante le proibitive condizioni meteo sembrano esserci state delle falle», si spiega nell'esposto del pg Russo. Bisogna rischiarare il buco nero tra la segnalazione di Frontex e il naufragio, magari evitando evanescenze lunatiche, e non si può fare se non si ascoltano le versioni di Salvini e Piantedosi. Sul tavolo di Gratteri (ma si sta muovendo anche la procura di Locri, dove il pm antimafia è di casa) ci sarebbero già alcune denunce di diverse associazioni e un esposto dei parlamentari Ilaria Cucchi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. I rapporti tra Gratteri e Giorgia Meloni non sarebbero più così idilliaci, anche perché il magistrato è rimasto malissimo (eufemismo) per la mancata nomina al Dap che gli sarebbe stata promessa dagli uomini più vicina alla premier. Certo, non è tempo di vendette postume ma di verità giudiziarie inattaccabili. La sua idea Gratteri se l'è fatta, bisogna colpire i traffici partendo dall'Africa. «Con i soldi dell'Europa, in Libia hanno costruito i lager. Con quello che spendiamo per presidiare il Mediterraneo per un solo giorno, da loro potremmo costruire un ospedale», ha detto nei giorni scorsi il magistrato, convinto dei legami tra gli scafisti e la 'ndrangheta che a Cutro fa il bello e il cattivo tempo. Da tempo le Procure di Reggio Calabria e di Catanzaro provano a stroncare questo infame traffico di disperati, che dal 2018 vomita sulla Jonica 5mila profughi, ma le loro rogatorie internazionali con la Turchia e la Grecia restano ancora lettera morta. È stato Gratteri nel 2017 a scoprire che il Cara di Crotone era il bancomat dei boss e a smantellare un'organizzazione che lucrava sui fondi del Viminale, alle spalle dei clandestini. Ora nel suo mirino finiscono i ministri. «Tutti i politici a battersi il petto, tutti indignati - aveva detto a caldo - dopo i funerali avranno già dimenticato».

Un presagio sprezzante, ma il procuratore sa anche quanto sia rischioso sottovalutare il fuoco di fila contro l'esecutivo e le contestazioni di cui è stato oggetto a Cutro, enclave della potentissima cosca dei Grande Aracri, che con gli Arena controllano questo lembo disgraziato di terra: appannare l'immagine del governo sarebbe un favore ai boss che Gratteri non può concedere.

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