Un euro (a testa) per salvare Budelli

Dopo essere stata rovinata dai vandali, ora la celebre spiaggia rosa dell'isola sarda rischia di finire a un privato per 3 milioni di euro. Ma c'è chi lancia la raccolta fondi perché resti patrimonio di tutti

Un euro (a testa) per salvare Budelli

La si può ammirare solo dal mare, a distanza di sicurezza. La spiaggia rosa di Budelli da quasi vent'anni è off limits, nessuno può attraccare, calpestarla né farci il bagno. Colpa di qualche migliaio di turisti vandali che bicchiere dopo secchiello hanno portato via tutta la sabbia dalle sfumature uniche, depredando un patrimonio di tutti. La spiaggia rosa si sta lentamente riformando, grazie al guscio colorato di un particolare organismo marino, ma intanto l'isola di Budelli rischia di essere venduta a un privato. Perciò l'ente Parco nazionale di La Maddalena lancia una campagna di raccolta fondi: è sufficiente che 3 milioni di italiani donino ciascuno un euro e questo gioiello resterà pubblico.
L'isola vale "solo" 3 milioni di euro e l'ente Parco corre ai ripari. Il tempo infatti sta per scadere. L'idea è di acquistare Budelli prima che, a ottobre, venga battuta all'asta inserita nel paniere delle proprietà di una società milanese fallita i cui beni sono stati venduti dal tribunale di Tempio Pausania, in Gallura. Il presidente del Parco Giuseppe Bonanno ha scritto al ministero dell'Ambiente e alla Regione Sardegna sollecitando "l'esercizio del diritto di prelazione sull'isola, pur nella consapevolezza - sottolinea il dirigente - dei limiti imposti dalla finanza pubblica". Da qui l'iniziativa della sottoscrizione che dovrà coinvolgere, insieme al ministero e alla Regione, anche le principali associazioni ambientaliste italiane.
"Una raccolta fondi - spiega Bonanno - utile a trovare le somme necessarie all'esercizio del diritto di prelazione per l'acquisizione dell'isola" che fece da sfondo al film Deserto rosso di Michelangelo Antonioni. Legambiente, Wwf, Fai, Italia Nostra, Lipu, Greenpeace, Amici della Terra sono alcune delle associazioni alle quali l'ente Parco ha lanciato l'appello. "Sarebbe opportuno che un così pregevole patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico, riconosciuto a livello mondiale, possa diventare patrimonio di tutti - continua il presidente dell'area protetta -. Proprio per questo ci siamo rivolti alle istituzioni che direttamente potrebbero intervenire nei limiti imposti dai numerosi vincoli della finanza pubblica.

Ma oltre a queste potrebbero entrare proficuamente in scena le associazioni ambientali perché possano valutare, insieme al Parco, il lancio di una grossa campagna di raccolta nazionale. Basterebbe che tre milioni di italiani donassero un euro alla causa per regalare al mondo intero questa ricchezza. L'obiettivo è ambizioso ma non impossibile", conclude Bonanno.

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