"Faremo un 5+5". La previsione di Salvini sul governo Meloni

Il leader della Lega conferma il pieno sostegno all'esecutivo e anche il piano elettorale per le Europee: "Ce l'ho con un'Ue che vuole mandare i suoi soldati al massacro fuori dai confini". No a von der Leyen

"Faremo un 5+5". La previsione di Salvini sul governo Meloni
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Dopo l'evento di ieri "Winds Of Change" in cui aveva riunito i leader di partito appartenenti al gruppo europeo di Identità e Democrazia, Matteo Salvini ritorna ad affrontare i grandi temi dell'agenda del governo italiano, con un focus sul dibattito internazionale e geopolitico a partire dalle sue parole contro l'intervento militare diretto della Nato in Ucraina. Lo fa intervenendo alla scuola di formazione politica della Lega a Palazzo Rospigliosi: in Europa qualcuno ritiene che "quelli 'scomodi' in Italia ora stanno al governo, ma noi vogliamo archiviare i venti di guerra - sottolinea - e questo governo andrà avanti per tutti i cinque anni del mandato avuto dagli italiani e, se continuiamo a lavorare bene, faremo un 'cinque più cinque' come per gli affitti. Ovviamente passando per il voto democratico".

Dopo l'affondo di ieri in cui il leader della Lega aveva definito il presidente francese un guerrafondaio, Salvini ritorna sull'argomento, specificando di non avercela personalmente con Emanuel Macron, bensì con un'Europa che parla di "mandare i suoi soldati al massacro fuori dai confini" andando quindi "contro i principi della Comunità europea" quando "dovremmo lavorare per difenderci dai terroristi islamici". Il vicepresidente del Consiglio è soddisfatto della convention sovranista che si è tenuta ieri a Roma e rivendica quell'aggettivo: "Io sono sovranista, perché non è mica una parolaccia. Manco fossi uno scippatore", ha detto Salvini, aggiungendo che la riunione "ha dato l'idea che facciamo parte di una squadra". Poi di nuovo: "A volte hai la sensazione che hai contro il mondo, ma poi esci ti rendi conto che ci sono altri che hanno un'idea di mondo che assomiglia alla tua. Perché il rischio è vivere in un microcosmo per cui ti consumi e arrivi a fine giornata stanco, magari incazzato e non vedi l'uscita".

Il governo nazionale - assicura - rimarrà in carica fino al 2027. Poi, "ovviamente a livello continentale si fanno poi scelte". Da questo punto di vista la bocciatura della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen rimane inesorabilmente netta, aggiungendo con un velo di ironia: "Una Commissione che sta governando in maniera così apprezzata dagli agricoltori, dai pescatori, dalle Partite IVA, dai cittadini...". Quel governo è sicuramente "fondato su un voto democratico", premette il leader della Lega, anche se poi è nato dalla "scelta fatta cinque anni fa da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, socialisti, Timmermans, Forza Italia, Orban. Questo è. Ma noi no", afferma orgogliosamente.

"Magari avremmo avuto forse convenienza a farlo. Magari avremmo avuto dei titoli di elogio da qualche quotidiano. Probabilmente potevamo avere qualche posto di sottogoverno in Ue, ma la coerenza e la dignità per noi non sono in vendita", conclude.

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