Chiuso il caso del profumo di Piero Fassino. L'onorevole del Partito democratico ha pagato 500 euro il profumo sottratto dal Duty free dell'aeroporto di Roma Fiumicino. L'archiviazione è avvenuta “per condotta riparatoria”. Il caso è scoppiato attorno a un profumo Chanel da 130 euro, che il deputato si stava portando via senza pagare prima di salire su un volo diretto a Bruxelles. L'onorevole, come si evince dalle immagini, si trovava davanti a una scaffalatura quando pare riceva una telefonata che lo distrae. A quel punto Fassino si allontana dallo scaffale e fa scivolare nella tasca del giaccone il profumo e così si è diretto verso l'uscita, senza pagare.
Qui è stato fermato da una delle guardie di sicurezza. Il suo racconto sul fatto che avesse le mani occupate è stato smentito dalle immagini e le testimonianze fornite alla Polaria hanno poi permesso di mettere a verbale altri due episodi che sono stati raccontati dai dipendenti e che vedrebbero Fassino protagonista. Anche in quei casi il deputato portava via, o cercava di farlo, altri profumi, della stessa marca e serie di quello al centro dell'inchiesta incardinata dalla procura di Civitavecchia.
Gli avvocati, da quando è stata presentata la denuncia, hanno chiesto l'archiviazione in quanto il deputato fin dal primo momento si è offerto di pagare con un sovrapprezzo il profumo con le guardie di sicurezza del Duty free. Disponibilità che Fassino ha ribadito anche in seguito all'apertura del fascicolo.
Il giudice per le indagini preliminari ha accettato l'istanza della difesa e in questo modo è stata evitata a Fassino l'incombenza del processo. a proposta ha accontentato tutti e il fascicolo dovrebbe essere chiuso già nelle prossime settimane, senza alcuna conseguenza per l'onorevole del Partito democratico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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