Via libera del consiglio dei ministri al decreto legislativo che attua la delega in materia di riconoscimento dei figli naturali. Questa mattina il governo ha, infatti, inviato al parlamento un decreto in materia filiazione. "È molto importante - ha spiegato il premier Enrico Letta - scompare dal codice civile la distinzione tra figli di serie A e B, si è figli e basta. Questo è un gradissimo fatto di civiltà".
"Eguaglianza giuridica di tutti i figli, nati nel matrimonio o fuori da esso nel pieno rispetto dei principi costituzionali e degli obblighi imposti a livello internazionale". Questo il punto centrale del decreto legislativo che domani sarà all’attenzione del Consiglio dei ministri. Il decreto è stato predisposto nella precedente legislatura da un’apposita commissione, presieduta dal professor Cesare Massimo Branca, istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri. "È una grandissima regola di civiltà - ha continuato Letta - una scelta molto forte". Queste, nel dettaglio, le novità della riforma, che riguarda anche modifiche al codice penale, a quelli di procedura penale e civile e alla legge consolare.
Equiparazione tra figli naturali e legittimi
Con il decreto viene introdotto il principio per cui la «filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti, allo stesso modo in cui li produce la filiazione nel matrimonio»: viene così eliminato in tutta la legislazione vigente ogni riferimento ai figli "legittimi" e a quelli "naturali".
Adozioni
Stop anche alle discriminazioni per i figli adottivi: nei casi di adozione piena, ossia che riguardi persona minorenne, si acquisisce lo stato di figlio "nato nel matrimonio". Esclusa, invece, l’equiparazione per gli adottati maggiorenni, per i quali non sorge alcun vincolo di parentela con i parenti degli adottanti.
Genitori
Viene superata la nozione di "potestà genitoriale" e introdotta quella di "responsabilità genitoriale": una diversa visione che "privilegia il superiore interesse dei figli minori".
Nonni
Viene prevista la "legittimazione degli ascendenti", ossia i nonni a far valere il "diritto di mantenere rapporti significativi con i minori", ferma restando la "valutazione delle istanze alla luce del superiore interesse del minore".
Diritto all'ascolto del minore
Il decreto disciplina anche le modalità di esercizio del diritto all’ascolto del minore in aderenza ai principi fissati da numerose convenzioni internazionali e a quanto affermato in sentenze
della Corte di Giustizia Ue e della Consulta.Casi di abbandono e indigenza
Viene specificata la nozione di abbandono, con la previsione della segnalazione ai Comuni da parte dei tribunali per i minorenni delle situazioni di indigenza dei nuclei familiari.
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