"Finiremo nel mirino". La sinistra usa Carlo Giuliani per attaccare il governo

A 23 anni dalla morte di Carlo Giuliani nell'area progressista c'è ancora chi soffia sulle braci dell'odio per attaccare il governo

"Finiremo nel mirino". La sinistra usa Carlo Giuliani per attaccare il governo
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La sinistra non fa pace con la cronaca. Figuriamoci con la verità. A 23 anni dalla morte di Carlo Giuliani, l'attivista no-global ucciso durante gli scontri tra polizia e manifestanti al G8 di Genova, nell'area progressista c'è ancora chi soffia sulle braci dell'odio e strumentalizza quella vicenda a fini politici. Contro il governo di centrodestra e contro le forze dell'ordine. Nelle scorse ore, sui canali social dell'Unione Giovani di Sinistra, l'organizzazione giovanile di Sinistra Italiana, è comparso un post nel quale è stato azzardato un insensato parallelismo tra i fatti di Genova e l'attualità.

Gli scontri nel capoluogo ligure - si legge - "furono gli albori di un tentativo da parte dello Stato di condizionare il dissenso entro paletti calati dall'alto". Poi il delirante prosieguo riferito al presente. "Oggi, ai tempi dell'Italia di Meloni, quella tendenza repressiva ritorna e si manifesta esplicitamente nei manganelli con cui lo Stato risponde al malcontento degli studenti e dei giovani precari, nelle proposte di alzare le pene per chi manifesta, nelle precettazioni degli scioperi", hanno attaccato i giovani di sinistra, sostituendo la realtà con la propaganda e la cronaca con l'interpretazione soggettiva dei fatti.

"La vostra repressione non ci fa paura, ve lo urliamo nelle piazze e nei cortei, non ci fermerete e oggi e sempre, anche nel nome di Carlo Giuliani, ci troverete ai nostri posti. A combattere contro le disuguaglianze e ingiustizie, per un mondo più giusto, transfemminista, per la giustizia climatica e sociale", si legge ancora nel post. I toni e le parole lasciano trasparire l'ennesimo tentativo di inquinare i pozzi con la retorica dell'odio e della contrapposizione. Con la mostrificazione del governo e dei suoi esponenti, che ancora continua sotto il silenzio dei leader dell'opposizione. Peraltro, colpisce il fatto che queste narrazioni faziose provengano da un movimento che fa capo a Sinistra Italiana, partito che siede in Parlamento e che dunque dovrebbe contribuire a sanare le ferite legate a episodi complessi come quelli del G8 di Genova.

Altrettanto dure le parole scritte sui social da Ilaria Cucchi, senatrice di Avs. In un post dedicato a Carlo Giuliani, la parlamentare ha attaccato la maggioranza così: "Le scene di Pisa e Firenze, o i provvedimenti targati 'sicurezza', ci confermano che sono troppe le forze che insistono nel voler tacciare il dissenso come illegittimo. E a punirlo con la legge della forza. Il governo sta cercando in tutti i modi di farci capire che se siamo disposti a scendere in piazza e protestare contro un ordine ingiusto, non la passeremo liscia. Ci sta dicendo forte e chiaro che se proviamo a opporre resistenza, anche pacifica, passiva, o peggio ancora silenziosa, finiremo nel mirino".

Anche in questo caso, un'interpretazione soggettiva fatta passare come verità. Intanto, nell'anniversario degli scontri di Genova, Amnesty International Italia è tornata a chiedere i codici identificativi su caschi e divise delle forze dell'ordine.

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