Foibe, il monito di Mattarella: "La storia non torna indietro"

Il messaggio del presidente della Repubblica in occasione dell'inaugurazione di Nova Gorica e Gorizia capitale della cultura europea 2025: "Convivenza e accoglienza valori che possono opporsi all'oscurantismo della guerra"

Foibe, il monito di Mattarella: "La storia non torna indietro"
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"Nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito e costruiscono insieme". Queste le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione dell'inaugurazione di Nova Gorica e Gorizia capitale della cultura europea 2025. Pur senza citazioni dirette, si tratta di un messaggio a proposito dell'atto vandalico alla foiba di Basovizza, dove sono comparse tre scritte alla vigilia del Giorno del Ricordo dedicato alle vittime delle foibe e all'esodo giuliano-dalmata.

"Sconfitti gli orrori dell'estremismo nazionalista, che tanto male ha prodotto in Europa, riemergono i valori della convivenza e dell'accoglienza. Sono i valori che possono opporsi all'oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l'aggressione russa all'Ucraina" ha proseguito Mattarella, che ha sottolineato come la nomina a capitale europea della cultura transfrontaliera rappresenti "avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo, dove si diffondono ombre, incertezze e paure". Ma non solo: "Significa indicare una strada di autentico progresso. È un compito che comincia oggi e per il quale mi affianco, con sincera amicizia, alla presidente Pirc Musar nell'augurarvi ogni successo".

Questo è un momento storico per le due città, Nova Gorica e Gorizia, per la Slovenia e l'Italia e per tutta l'Unione Europea, ha proseguito Mattarella: "Un progetto lanciato su questa piazza nel 2021 ma che affonda le sue radici nel lungo percorso di amicizia e riconciliazione di cui i nostri due Paesi sono stati protagonisti e di cui possiamo essere orgogliosi". Il capo dello Stato ha poi posto l'accento sulle crescenti tensioni che colpiscono il mondo, segnale della necessità di imboccare la via della cooperazione: "Nella tragedia della Seconda guerra mondiale, un sopravvissuto ad Auschwitz, Roman Kent, ha osservato 'non vogliamo che il nostro passato sia il futuro dei nostri figli'. Con questo spirito abbiamo affrontato le pagine del dopoguerra, per scriverne una nuova". E ancora: "In questo percorso due elementi hanno fornito un contributo determinante: la comune appartenenza all'Unione europea e la cultura condivisa dai nostri popoli.

Con l'ingresso della Slovenia nell'Unione europea, venti anni or sono, i nostri Paesi si sono ricongiunti in un percorso condiviso: e la Repubblica italiana è stata lieta di poter sostenere e accompagnare il processo di adesione, affinché i due popoli si ritrovassero a contribuire a un destino comune".

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