!["Trieste è nostra". L'odio rosso alla foiba di Basovizza. Meloni: "Colpita tutta la nazione"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/08/1739010661-aztk7yoim42zrfiivn4p-ansa.jpeg?_=1739010661)
"Trst je naš" ("Trieste è nostra"), il motto usato dai titini 80 anni fa. "Smrt fašizmu, sloboda narodu" ("Morte al fascismo, libertà al popolo"). E infine "Trieste è un pozzo". Sono queste le tre scritte apparse sull'asfalto questa notte davanti all’ingresso della foiba di Basovizza a Trieste, in lingua croata, ad eccezione dell’ultima. Accanto a esse, anche un numero: "161".
Il colore di vernice utilizzato è il rosso. Giungono a meno di 48 ore dal 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, dedicato alle vittime delle foibe e all'esodo giuliano-dalmata. Un gesto che riporta alla memoria uno dei capitoli più tragici della storia italiana, quando migliaia di persone furono uccise e gettate nelle cavità carsiche, colpevoli solo di essere italiani. Molti di loro morirono tra sofferenze indicibili, come Norma Cossetto torturata da partigiani jugoslavi, mentre altri furono costretti ad abbandonare le terre giuliane e dalmate, portando con sé solo lo stretto necessario per cercare una nuova vita lontano dall’odio. Non sempre andò bene, come alla stazione di Bologna, quando arrivò da Pola un treno di esuli italiani ma militanti comunisti del Pci e ferrovieri sindacalisti Cgil, presero a sassate il convoglio, sputarono sui connazionali e rovesciarono sui binari il latte destinato ai bambini.
Con rullo e vernice bianca ci ha pensato il sincado di Trieste, Roberto Dipiazza, ad avviare le operazioni di rimozione delle scritte. "Sono dispiaciuto che accadano queste cose perchè abbiamo avviato un percorso di pacificazione - afferma - Mattarella e Pahor (ndr. presidente della Repubblica slovena) si sono dati la mano qui. Vedere queste cose mi fa pensare che la mamma dei cretini è sempre incinta".
Nonostante certi avvenimenti, come dimostra un sondaggio riportato qui su Il Giornale, sempre più italiani, ben l'85%, hanno imparato a conoscere e riconoscere questa tragedia negli anni.
L'indignazione della politica
Per il senatore di Fratelli d'Italia Roberto Menia, promotore della legge che nel 2004 ha istituito il Giorno del Ricordo, il clima è sempre più teso: "Non denunciavo a caso che si stesse avvelenando l'atmosfera attorno al Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Dopo giorni di dichiarazioni negazioniste, dileggi gratuiti e lapidi divelte, ora è stata colpita la foiba di Basovizza, monumento nazionale, insozzata e oltraggiata con scritte oscene e ributtanti".
Dura anche la condanna della deputata triestina, sempre di Fdi, Nicole Matteoni: "Questo episodio dimostra la necessità e il dovere di preservare la memoria di questa grande ferita storica, che ancora oggi viene barbaramente riaperta".
Una ferma condanna anche da Italia Viva, partito di opposizione, tramite il capogruppo Enrico Borghi: “Il negazionismo della tragedia delle foibe, dell’esodo giuliano- dalmata e della pulizia etnica compiuta dai titini che puntualmente si ripresenta ogni 10 febbraio è inaccettabile”
Reazioni istituzionali
"La Foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera", afferma il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Secono la premier oltraggiare quel luogo "non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la Nazione intera". E per questo promette che i colpevoli non resteranno impuniti.
Atti vandalici considerati dal ministro della Cultura Alessandro Giuli non come “passi indietro”, ma come “passi verso l'abisso”. E aggiunge: “Chi fa questi passi precipita in un abisso di abiezione e deve scomparire dal discorso pubblico. Il discorso pubblico deve parlare la lingua del ricordo, della pace, della memoria, dell'armonia e della verità”.
Sdegno anche dalle altre alte cariche dello Stato. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, definisce l’accaduto "inaccettabile", mentre il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, lo condanna come "intollerabile".
"Vandalizzare in questo modo un luogo simbolo della tragedia delle Foibe e farlo a ridosso del Giorno del Ricordo non è solo una vergognosa provocazione, ma un gesto di inaudita gravità che non può e non deve restare impunito",
ha scritto La Russa sui social.
Fontana, oltre a esprimere ferma condanna, ha voluto manifestare la sua "profonda vicinanza a tutti coloro che portano ancora oggi il peso di quella tragedia, agli esuli e ai loro familiari".
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