Il ministro del Lavoro Elsa Fornero incontra gli studenti all'Università di Torino e, parlando con loro, auspica che si possa pensare di applicare al settore pubblico quanto pensato per il privato, ovvero che si possa inserire "nelle delega per i dipendenti pubblici" anche la possibilità di licenziare.
La decisione non spetterebbe direttamente a lei. Piuttosto a Patroni Griffi, che ha la delega in materia. E così il ministro assicura: "Siamo in contatto, stiamo lavorando insieme". E assicura: "Non vogliamo difformità di trattamento" tra il settore pubblico e quello privato.
Riforma e articolo 18
La Fornero torna anche a parlare di articolo 18 ed evidenzia che "non c'erano ragioni ideologiche" per decidere di modificarlo. Piuttosto "un'esigenza di ammodernamento nella regolazione dei conflitti tra datore di lavoro e lavoratore".
"Se fossi un giudice - aggiunge il ministro, riferendosi alla possibilità per le aziende di licenziare per motivi economici o disciplinari e al ruolo che hanno in questo caso i giudici - sarei offeso. C'è una sostanziale sfiducia da parte di tutti nel fatto che siano capaci di fare il proprio lavoro, che avanti per partito preso".
La commissione ha dato ieri l'ok alla riforma del lavoro, "mi sono commossa ma senza lacrime", scherza il ministro che si augura possa essere approvata da una larga maggioranza, "composta da partiti che fino a ieri hanno passato il tempo a esecrarsi l'un l'altro". Succedesse sarebbe segno che non si tratta di una riforma partigiana ma di "una visione per il Paese".
Tasse e spending review
"Taglieremo la spesa pubblica improduttiva, gli sprechi". La spending review, parola di ministro, sarà tostissima e darà frutti reali. Ma non basta. Controllare la spesa pubblica è un aspetto della questione. Altrettanto importante è però "una lotta all'evasione fiscale seria e severa, ma si sta quasi diventando un paese di aguzzini fiscali".
Le critiche rivolte al governo spesso riguardano proprio le tasse. Ma - sottolinea la Fornero - "Le istituzioni devono esigere le imposte, è un dovere che va affermato in un paese che ha una consistente tradizione di evasione fiscale. Il governo ha cominciato in maniera seria a contrastare l’evasione fiscale, ma i proventi non possiamo metterli a budget perchè l’europa non lo consente. I proventi saranno così destinati a ridurre il disavanzo, il debito e qualcosa spero per le famiglie, anche se non ci sarà abbastanza per sorreggere programmi pluriennali".
Sindacati sul piede di guerra
"Non si capisce proprio, con tutto il rispetto, questo furore ideologico del Ministro del Lavoro sul tema della licenziabilità dei pubblici dipendenti". È il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che sottolinea: "Le norme contrattuali che regolano i licenziamenti nel settore pubblico sono molto rigide e dettagliate. Non abbiamo bisogno di interpretazioni personali per quanto autorevoli".
Bonanni poi accusa: "Abbiamo fatto qualche giorno fa un accordo con il ministro Patroni Griffi per armonizzare la disciplina pubblica con la nuova riforma del mercato del lavoro. Non serve a nessuno alzare questi polveroni mediatici solo per soddisfare le esigenze di chi vuole fomentare strumentalmente divisioni tra lavoratori pubblici e privati".
E la stessa dichiarazione arriva anche dal ministro per
la Pubblica Amministrazione e Semplificazione Filippo Patroni Griffi, che sottolinea: "Il tema dei licenziamenti degli statali è già previsto nel testo predisposto per la legge delega".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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