"Fratelli d'Imposta...": i soliti insulti di Conte al governo

Scomposto e a tratti irritato, Giuseppe Conte nel suo intervento in Aula ha tentato di provocare e innervosire il premier Meloni

"Fratelli d'Imposta...": i soliti insulti di Conte al governo
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Il Movimento 5 stelle nelle mani di Giuseppe Conte è diventato un partito allo sbando. L'ex premier non è in grado di gestire una situazione di opposizione e non perde occasione per sgrammaticature politiche. Intervenendo oggi in Aula, il presidente del M5s ha cercato in tutti i modi di provocare il premier, tentando di farlo innervosire con allusioni e stilettate che, però, hanno avuto il solo merito di far emergere una certa tensione nello stesso Giuseppe Conte. Per altro, l'ex premier è stato messo alle strette dall'attuale inquilino di Palazzo Chigi sul salario minimo, misura sulla quale Conte insiste ma che non ha mai applicato negli anni in cui ha potuto.

"Io oggi sui banchi del governo vedo seduta la Fornero non la Meloni", ha detto Conte, che ha poi proseguito: "Il suo nuovo motto è 'io sono donna, io sono madre e quindi pago più tasse'. Da Fratelli d'Italia siete passati a Fratelli d'imposta". L'atteggiamento di Conte è ben noto a tutti, gli anni in cui è stato a Chigi hanno mostrato un politico spesso arrogante e scarsamente empatico con i veri problemi della gente, che non sono certo quelli che ha pensato di risolvere con il reddito di cittadinanza a pioggia. Da Chigi, infatti, il presidente del M5s ha cercato di fare campagna elettorale per il partito sulle spalle degli italiani, come dimostrano il reddito di cittadinanza, appunto, e il Superbonus. Ma oggi, con quella stessa arroganza, si rivolge al presidente del Consiglio puntando il dito su provvedimenti che lui stesso non è stato in grado di adottare.

"La differenza tra noi è lei che sono 10 anni che ci battiamo per approvare il salario minimo e lei da 15 anni si è sempre battuta per non approvarlo e non ha mai dedicato attenzione ai giovani sottopagati", ha detto Conte, dimenticandosi di essere stato al governo per 3 anni, senza che questo provvedimento sia mai stato approvato. E ancora, lui che ha basato un'intera stagione politica sulla propaganda, dai banchi dell'opposizione punta il dito contro Meloni: "Uscite dalla propaganda, entrate nella realtà.

La campanella è suonata, la ricreazione è finita". La povertà dei suoi interventi è ultimamente seconda solo a quelli di Elly Schlein, a dimostrazione che questo Paese non riesce ad avere un'opposizione seria e articolata.

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