Il gioielliere dei Vip che vendeva diamanti in nero

L'ex assessore di Cortina, noto orefice con negozio anche a Portofino è indagato per non aver emesso una ricevuta da un milione di euro

Il gioielliere dei Vip che vendeva diamanti in nero

Nella Perla delle Dolomiti ci sono quattro brillanti che non tornano. O meglio, non torna quel milione di euro che il senatore Riccardo Conti avrebbe pagato al gioielliere, oltre che presidente della Confcommercio di Cortina, Luca Alfonsi, per l'acquisto dei preziosi. Nella contabilità di quest'ultimo, titolare di due esclusivi punti di vendita a Cortina e Portofino, non ci sarebbe traccia della ricevuta e per questo la procura di Belluno lo ha iscritto nel registro degli indagati per dichiarazione infedele. La prima reazione di Alfonsi, è stata quella di rassegnare le dimissioni dalla carica di che ricopriva all'interno dell'associazione commercianti, ma la storia si annuncia più complicata di una semplice «evasione».
La tentazione di inserire questa indagine avviata dal Gico della Guardia di finanza di Roma, nel velenoso viluppo di inchieste che ha travolto Cortina negli ultimi due anni è forte. Sì, perché l'Alfonsi indagato di questi giorni è lo stesso Alfonsi che, all'indomani della fragorosa «Operazione Capodanno» condotta dall'Agenzia delle entrate alla fine del 2011 passando al setaccio gli scontrini emessi da bar, alberghi e ristoranti di Cortina, si ribellò apertamente parlando di «show mediatico», «blitz hollywoodiano» e «indagine spettacolo». E, volendo andare avanti, è lo stesso Alfonsi che, in qualità di assessore alla sicurezza, è finito nell'inchiesta sugli autovelox che ha portato agli arresti del sindaco Andrea Franceschi. Insomma, non tira una bella aria nella Perla delle Dolomiti e questa ultima tegola non contribuisce certo a rasserenare l'ambiente.

A chi sospetta che ci sia una trama oscura dietro questa concatenazione di indagini risponde però il caso. Sì, perché questa ultima operazione nasce lontano da Cortina, per caso, appunto. Nasce da un controllo del Gico su una plusvalenza ottenuta dal senatore bresciano Conti all'indomani di un acquisto e di una successiva vendita di un immobile. Spulciando tra le carte del parlamentare sono saltati fuori alcuni assegni, per un totale di un milione di euro, emessi a favore della gioielleria di Alfonsi proprio per acquistare quattro brillanti. Un'operazione fatta alla luce del sole, tanto che a Conti non viene contestato nulla di irregolare in merito a questa transazione: peccato che al controllo incrociato eseguito nella contabilità del gioielliere non sia stato trovato alcun riscontro dell'affare. Di qui l'iscrizione nel registro degli indagati per dichiarazione infedele.
L'avvocato Cesare Dal Maso, difensore di Alfonsi, spiega che si tratta di un'operazione complessa. «Il mio assistito ha deciso di dimettersi da presidente dei commercianti e mettersi a disposizione della magistratura competente - ha spiegato Dal Maso -. Il mio impegno sarà quello di fare la massima chiarezza sulla vicenda, portando tutti i dati a nostra disposizione». La linea di difesa verterebbe sui diversi modi di pagamento utilizzati. Secondo Alfonsi quella era un'operazione sospesa, perché alcuni assegni non sarebbero andati a buon fine e solo alcuni bonifici successivi avrebbero perfezionato l'affare. La curiosità è che quella vendita venne fatta un paio di mesi prima della famigerata «Operazione Capodanno» dell'Agenzia delle entrate, la madre mediatica di tutte le guerre all'evasione fiscale.

Alfonsi è molto conosciuto, oltre che per cariche rivestite nella giunta comunale e nell'Ascom, anche per la clientela Vip che frequenta la sua gioiellerie cortinese «Luca 1959», in una traversa di corso Italia. Se avesse voluto fare un'operazione in nero, non sarebbe stato così ingenuo da farla transitare dal conto corrente con un bonifico regolarissimo e tracciabilissimo.

«Spiegheremo tutto», assicura Dal Maso che non vuole fare collegamenti con le altre inchieste. «Non abbiamo alcuna intenzione di fare polemica con la Procura», taglia corto. Non è Capodanno, non c'è spettacolo, ci sono solo quattro brillanti che con la Perla non vanno d'accordo.

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