Giorno della Memoria. Il Papa: "Vergogna per l'umanità". Napolitano: "Vigilare contro ogni forma di razzismo"

Papa Francesco: "Mai più questi orrori, vergogna per l'umanità". Napolitano: "Vigilare sempre su antisemitismo e razzismo". Letta: "Evitare l'indifferenza"

Donne e bambini ebrei al treno per il lager
Donne e bambini ebrei al treno per il lager

Il 27 gennaio 1945 vennero liberati i pochi superstiti del campo di concentramento di Auschwitz e il mondo scoprì l'orrore che, per anni, vi era stato perpretato dai nazisti. Lì e in altri campi di sterminio. Su decisione dell'Onu dal 2006 ogni anno nel mondo si celebra il "Giorno della memoria", per non dimenticare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico. Anche se, è bene ricordarlo, in quei campi persero la vita anche non ebrei.

"Partecipo quest'anno - ha ricordato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo intervento al Quirinale per il Giorno della Memoria - per l'ottava volta alla celebrazione di una ricorrenza e di un incontro che mi hanno coinvolto, come poche altre iniziative in Quirinale, anche emotivamente e in profondità. I diritti umani sono le basi fondamentali della nostra democrazia che non può ignorare i rischi cui possono essere esposti gli innocenti". Il Capo dello Stato ha respinto con sdegno la provocazione dei giorni scorsi (teste di maiale recapitate alla sinagoga di Roma e all'ambasciata d'Israele a Roma): "Una miserabile provocazione contro tutti noi. Gli autori, che spero possano essere rapidamente individuati di un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi, non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica, educazione e cultura, sono fraternamente accanto agli uomini e donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in un abbraccio di solidarietà e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo".

Napolitano ha poi invitato a mantenere la "vigilanza contro ogni insorgenza di antisemitismo, comunque camuffato" ma anche contro tutti "gli innocenti e gli indifesi di sempre" tra cui egli inserisce anche gli stranieri: "Una democrazia non può in nessun modo ignorare - ha spiegato - i rischi cui possono essere esposti, e tornare ad essere esposti, gli innocenti e gli indifesi di sempre come li ha definiti il presidente Renzo Gattegna (Unione delle Comunità ebraiche, ndr): gli ebrei, i rom, i sinti, i disabili, i malati di mente, gli omosessualì. E vi aggiungo anche gli stranieri". Le armi della cultura e dell’istruzione secondo il Capo dello Stato vanno "privilegiate" per opporsi al negazionismo nei confronti dell’Olocausto. Napolitano ha accennato anche alla legge che si sta discutendo in Senato e che introdurrebbe il reato di negazionismo.

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, in un messaggio riportato dal sito web di Palazzo Chigi sottolinea che "il dovere della memoria non si conclude col Novecento: oggi tocca alla mia generazione, nata dopo la seconda guerra mondiale, fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, difendere la verità storica, e soprattutto educare i giovani a non rimanere mai più indifferenti. È con questo spirito - prosegue - che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha promosso il programma 2014 per le celebrazioni in ricordo della Shoah. In questa giornata, porto con me il ricordo indelebile del Museo Yad Vashem a Gerusalemme, che ho avuto l’onore di visitare la scorsa estate come Presidente del Consiglio. Proprio Yad Vashem e il suo Giardino dei Giusti ci ricordano inoltre che la memoria non riguarda solo il male assoluto, ma deve includere la banalità del bene di quanti, in campi e schieramenti diversi, pur rischiando la vita, si sono opposti al progetto di sterminio e hanno aiutato i perseguitati. Tenere alta la guardia - conclude Letta - contro ogni forma di antisemitismo, razzismo e discriminazione, ricordare la lezione dei Giusti tra le Nazioni: questi sono i due compiti essenziali che il Giorno della Memoria impone a noi, cittadini italiani ed europei".

Papa Francesco: vergogna per l'umanità

"Mai più l'orrore della Shoah, vergogna per l'umanità". Lo scrive Papa Francesco in una lettera al suo amico rabbino di Buenos Aires, Abraham Skorka. Il testo verrà letto, stasera, al Parco della Musica di Roma, in occasione del Concerto «I violini della speranza". Il Santo Padre ha scelto la modalità più personale, quella della lettera ad un amico ebreo, per esprimere la sua vicinanza al popolo ebraico. Una lettera, scritta di suo pugno in spagnolo, al rabbino Skorka, con il quale a Buenos Aires ha
intessuto, negli anni, un'amicizia che va ben al di là del dialogo tra due leader religiosi. Nella missiva il Papa auspica che chi ascolterà questa musica struggente "possa immedesimarsi in quelle lacrime storiche, che oggi giungono a noi attraverso i violini, e senta il forte desiderio di impegnarsi perché mai più si ripetano tali orrori, che costituiscono una vergogna per l'umanità".

Il pubblico, afferma ancora il Papa, ascolterà musiche di Vivaldi, Beethoven e altri grandi compositori, "ma il cuore di ciascuno dei presenti - scrive - sentirà che dietro il suono della musica vive il suono silenzioso delle lacrime storiche, lacrime di quelle che lasciano traccia nell’anima e nel corpo dei popoli".


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