GIUSTIZIA E POLITICA

nostro inviato a Caserta

Sempre più nei guai. Nel mentre si scopre che anche il nome dell’ormai ex presidente Pd della provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, era finito nel registro degli indagati insieme a un assessore e a un dirigente per una storia di appalti alla ditta «Pagano Cipriano» riconducibile al boss casalese Giuseppe Setola (su cui pende richiesta d’archiviazione del pm Cimmino, mentre per l’assessore Fernando Bosco e il dirigente Francesco Del Prete gli atti sono stati trasmessi alla Dda di Napoli) escono nuove indiscrezioni. Che per una questione immobiliare, di cambi di destinazione d’uso, tirano in ballo sempre il presidente dimissionario e soprattutto il suo ex assessore alla cultura, Tiziana Panella, già compagna del suo capo di gabinetto, giornalista de La7, imparentata con quel Carlo Panella che attraverso una modifica del piano regolatore del comune di Casagiove, secondo i carabinieri, avrebbe insistito per far diventare edificabili terreni di sua proprietà. Nell’inchiesta entrano la vendita di un capannone e l’acquisto di alcuni immobili.
Rapporti giudiziari e intercettazioni sulle utenze della speaker televisiva e dei suoi familiari hanno portato alla luce un inedito «sistema» per eludere gli ascolti delle forze dell’ordine. Nei brogliacci di dicembre 2006 della «sala intercettazioni» della procura di Santa Maria Capua Vetere i carabinieri si imbattono, infatti, in frasi incomprensibili. In una chiamata del 19 dicembre 2006, ed anche in quelle dei giorni successivi, ad inizio telefonata gli interlocutori pronunciano spesso frasi del tipo: «Tu capisci l’albanese, no?», oppure «adesso parla in lingua straniera» o ancora, «vai, parliamo nell’altro modo». Per tradurre in chiaro le frasi oscure successive, i carabinieri convocano d’urgenza il brigadiere Antonio B. della compagnia di Ariano Irpino su cui insiste il paesino di Greci, provincia di Avellino. Qui - relazionano i carabinieri - si usa parlare in lingua straniera. Un dialetto particolarissimo, «albanese stretto». E così, dal nulla, quelle conversazioni indecifrabili vengono sviluppate, tradotte e trascritte. Pagine e pagine di chiacchierate. Alcune, più di altre, colpiscono gli investigatori. Come quella del 19 gennaio 2007 «che costituisce l’emblema di come interessi di natura privata vengano contemplati contestualmente all’assolvimento di pubbliche funzioni». Il riferimento, oggetto della telefonata, è allo sviluppo edilizio di una particolare zona dell’ex area Saint Gobain a Caserta. Gli interlocutori di casa Panella che chiameremo A e B sono molto interessati. «Tu devi comprare qualche appartamento là, perché là valgono assai». B: «Perciò, là di fronte...» (...). A: «Sì là devi prendere». B: «Sono molto carini». A: «Mo’ è il momento, batti il ferro finché è caldo».

Sempre secondo i carabinieri la Panella-assessore «esplica la possibilità di acquistare una struttura immobiliare ricadente nell’area considerata avvalendosi dell’incarico ricoperto in provincia (...). Si tratta di zona in ampia espansione, adeguatamente strutturata e con prospettive di sviluppo considerevoli».

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