Il governo al lavoro sulle carceri. Nordio: "Non ci tiriamo indietro, al lavoro in tre direzioni"

Che sia arrivato davvero il momento di svuotare le carceri? Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato un provvedimento di legge per allentare l'emergenza carceraria

Il governo al lavoro sulle carceri. Nordio: "Non ci tiriamo indietro, al lavoro in tre direzioni"
00:00 00:00

Che sia arrivato davvero il momento di svuotare le carceri? Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato un provvedimento di legge per allentare l'emergenza carceraria. Di cosa si tratta? "Stiamo cercando di rimediare nei limiti del possibile in tre direzioni: un terzo dei detenuti sono stranieri e stiamo cercando di contrattare con alcuni paesi l'espiazione della pena nei paesi di origine'', sottolinea Nordio aggiungendo che quanto ai detenuti ''tossicodipendenti sono malati da curare e stiamo pensando a una detenzione differenziata e attenuata: stiamo lavorando con le comunità perché ci diano disponibilità di accoglienza''. C'è poi ''un 20 per cento di detenuti in attesa di giudizio'', conclude sottolineando che ''lavoriamo a una revisione dei criteri per cui si applichi la custodia cautelare''.

Quella dei detenuti in attesa di giudizio è una piaga antica, che ogni anno costa milioni di euro alle casse dello Stato per ingiusta detenzione, senza contare i dolorosi errori giudiziari dei quali si duole anche Margherita Cassano, prima Presidente della Suprema Corte di Cassazione, che la definisce "la situazione più tragica che possa verificarsi nella vita di ogni persona" e verso cui serve "una grande umanità", ma anche rigore, sobrietà e attenzione al linguaggio".

Il secondo troncone di detenuti che andrebbe portato fuori dai penitenziari sono i tossicoipendenti e in generale le persone con dipendenza da psicofarmaci, che in carcere hanno grandi difficoltà a sopravvivere e che sono spesso e volentieri, come raccontano le cronache recenti, vittime di episodi di bullismo da parte di detenuti più forti più arroganti che molto spesso ma non sempre vengono disinnescati dagli agenti penitenziari che però non sempre possono arrivare in tempo.
Quanto ai detenuti stranieri, un terzo della popolazione carceraria (pari a circa 62mila detenuti in totale su meno di 50mila posti disponibili) potrebbe espiare la pena nel proprio Paese di origine grazie a serie di accordi bilaterali.


Lo svuotamento della galassia detentiva consentirebbe da un lato di rispettare maggiormente la funzione rieducativa del carcere, prevista dalla Costituzione, dall'altro limitare il più possibile la terribile piaga dei suicidi dietro le sbarre. La costruzione di nuove mini carceri annunciata dal governo va nella stessa direzione, il governo potrebbe costruire delle piccole e smontabili celle da 24 persone, una offerta detentiva in grado di ospitare proprio i detenuti più fragili senza le difficoltà di una detenzione vera.
Per la sinistra queste sarebbero semplicemente degli slogan, come sappiamo c'è una parte dell'opposizione che invece spinge molto per l'alleggerimento della detenzione, con celle aperte di giorno circa 8 ore per anche per i detenuti in alta sicurezza. Nei giorni scorsi è stata una stretta su questa misura che ha scatenato le ire dei reclusi considerati molto pericolosi, che hanno mandato delle vere e proprie minacce al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro che ha la delega alle carceri.


Un segnale che non può essere certamente sottovalutato, perché è evidente che nel momento in cui dalle carceri entra di tutto, dalla droga ai telefonini, dovesse passare il messaggio che è questo governo va messo nel mirino, anarchici e insurrezionalisti o antagonisti sarebbero pronti a trasformare queste minacce in attentati.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica