Cecilia Sala, Musk e Rizzi al Dis: la conferenza stampa di Meloni

Al via la consueta conferenza annuale del premier. Oltre al caso della giornalista, anche le questioni legate alla stampa e alla politica internazionale

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
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Conferenza stampa tradizionale per Giorgia Meloni organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare. Per l'appuntamento tradizionale si sono accreditati 160 giornalisti, compresa la stampa estera. In platea è presente anche il ministro Carlo Nordio. Inevitabilmente, il tema della liberazione di Cecilia Sala è stato affrontato in apertura dal presidente del Consiglio, che ha poi risposto a tutte le domande in merito a riforme, economia e politiche interne ed estere.

Caso Sala

"Ieri è stata una bella giornata per il sistema Italia, per me, per l'Italia intera", ha detto il premier, rivelando che "è stata l'emozione più grande di questi due anni" riferendosi alla telefonata fatta alla madre della giornalista. "È stato un lavoro complesso, non c'è stato un momento di svolta, sono stati messi insieme una serie di tasselli", ha spiegato. La liberazione, ci ha tenuto a sottolineare, "non è un lavoro che io ho fatto da sola e voglio ringraziare il sottosegretario Alfredo Mantovano, voglio ringraziare tutta l'intelligence e devo ringraziare il ministro degli Esteri Antonio Tajani e tutto il corpo diplomatico. E voglio ringraziare anche voi media".

Per quanto riguarda il "caso Abedini", ha proseguito il presidente del Consiglio, "è al vaglio della ministero della Giustizia, c'è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti". Questa è una vicenda, ha spiegato, "che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden - che ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà". Le interlocuzioni ci sono, "e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune".

Vittorio Rizzi al Dis

Nel rispondere alle domande relative alle dimissioni di Elisabetta Belloni, rese pubbliche poche ore prima della liberazione di Cecilia Sala, con la quale non c'è alcun collegamento, il premier ha spento ogni polemica. Ma Meloni ha anche confermato il nome del suo successore: "Confermo che abbiamo deciso di nominare il prefetto Vittorio Rizzi alla guida del Dis. Un funzionario dello Stato di prim’ordine. La nomina verrà formalizzata nel Cdm di oggi". Rizzi, ha spiegato Meloni, è "un funzionario dello Stato di primo ordine e chiaramente la nomina verrà formalizzata nel prossimo Consiglio dei ministri previsto oggi". Su Belloni, invece, Meloni conferma "stima e rispetto enorme", spiegando che "Belloni ha deciso di anticipare la scadenza naturale del suo incarico per finire 'nel tritacarne' che accompagna nomine così importanti. Ho letto tante ricostruzioni false su questo".

Caso Starlink, Space X e Elon Musk

Il premier ha risposto in maniera chiara anche alle domande relative alle polemiche che hanno accompagnato gli ultimi giorni in merito alle interlocuzioni in corso tra il governo e le società di Elon Musk, Starlink e Space X. "Neanche io personalmente ho le idee chiare si questa vicenda, si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche. L'alternativa è non avere la protezione dei dati. Questo è il tema di cui discutere", ha spiegato. "Non è mio costume utilizzare il pubblico per fare favori agli amici, l'unica mia lente è l'interesse nazionale e non le amicizie o le idee politiche di chi deve investire in Italia. E non ho mai parlato con Elon Musk di queste vicende", ha proseguito.

Space X, ha spiegato il Presidente, "ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all'estero, che sono molto delicate". Le ha definite "interlocuzioni che rientrano nella normalità. Decine di aziende si propongono per cose più disparate, poi si fa l'istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti".

Sono state numerose le domande su Elon Musk rivolte al presidente del Consiglio durante la conferenza stampa. "Per quello che riguarda le ingerenze dobbiamo ricondurre le cose nel loro alveo. Elon Musk è una persona molto nota e facoltosa che esprime sue posizioni. Ma quando di fronte a questo mi si dice che è un pericolo per la democrazia, devo dire che non è vero. Di persone note e facoltose che esprimono opinioni ne ho viste e spesso le esprimono contro di me, e non mi pare che nessuno si sia scandalizzato", ha detto il premier. "Il problema è quando quelle persone usano le loro risorse per finanziare esponenti politici in giro per il mondo per condizionare le politiche di altri Paesi, e non mi pare che Musk lo faccia. Lo fa George Soros, e questo io lo considero un pericolo e un'ingerenza, mentre altri parlano di filantropia. Il problema allora qual è? Che Musk è ricco o che non è di sinistra?", ha aggiunto.

Poi, sulle dichiarazioni mosse da Musk in merito al ministro inglese Jess Phillips, Meloni ha detto di non condividere le parole del Ceo di X, ma ha anche aggiunto che "da questo al rischio per la democrazia… Volete un elenco degli epiteti che mi sono stati rivolti anche da personaggi influenti sui social negli ultimi anni? Non mi ricordo che qualcuno si sia sbracciato. Quello che non funziona in questa vicenda è l’utilizzo di due pesi e due misure. Non si è credibili a porre oggi la questione, che è sul tavolo da molti anni". Ma in merito all'intervento di Sergio Mattarella sulle parole di Musk alcune settimane fa ha sottolineato di aver "espresso apprezzamento, ho grande rispetto per Mattarella e lui è anche il presidente del Csm, quindi è normale che intervenga a difesa della magistratura"

Immigrazione

Sui centri in Albania, il presidente del Consiglio ribadisce che la Corte di Cassazione danno "ragione al governo", perché "dicono che spetta al governo stabilire i Paesi sicuri". I centri nel Paese balcanico "sono pronti ad essere operativi". Poi, "lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60%, negli ultimi anni giorni sono quasi azzerati", ma "i centri per quanto ci riguarda sono pronti ad essere operativi". Ora la parola passa alla Corte di giustizia europea, "che inizierà a lavorare a febbraio su questo. Dalle interlocuzioni con i miei colleghi credo che la maggioranza dei leader dei Paesi europei sosterrà la posizione italiana di fronte alla Corte, anche perché quello che stiamo sostenendo è perfettamente in linea con il nuovo patto di immigrazione e asilo".

Ora bisogna solo aspettare, ha proseguito il premier, sottolineando che a impensierirla maggiormente è "che alcuni giudici non abbiano tenuto conto della decisione della Cassazione, questo è preoccupante. Verrebbe da dire, chi è più rispettoso della Cassazione?. Si vede la palese volontà di disapplicare le decisioni del governo, e penso che alla fine questo i cittadini lo capiscano". La Cassazione dice "che il giudice non può sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei Paesi, ma può invece motivare il caso specifico per cui quella persona non è sicura in quel Paese, che è una cosa completamente diversa da quella che hanno fatto i magistrati del Tribunale di Roma, che non entrano nel merito del singolo caso".

Una delle sfide del 2025 sarà quella di "ampliare il Piano Mattei e quindi individuare nuovi Paesi nei quali portare le nostre iniziative, i nostri progetti. Attualmente, i Paesi che noi abbiamo individuato per allargare il Piano Mattei sono Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal". Il progetto italiano, ha aggiunto Meloni, "sono fiera della concretezza che il Piano Mattei sta dimostrando, secondo me la concretezza è la chiave di volta di una cooperazione diversa. Perché di iniziative generiche sull'Africa ce ne sono state e ce ne sono molte". Ma "riuscire a dare continuità, a essere concreti, a essere credibili, questo sì che fa la differenza". Nel merito della legge sulla cittadinanza, invece, Meloni ha spiegato ai presenti che l'obiettivo di questo governo è di concentrarsi "sulle materie che ha nel suo programma, non metterei altra carne al fuoco. Dopo di che sono convinta che quella che c'è sulla cittadinanza sia un'ottima legge". L'Italia, ha proseguito, "è una delle Nazioni che concede il maggior numero di cittadinanze ai minori e la soluzione o il tema da affrontare è il tempo per ottenere la cittadinanza una volta che hai il diritto per ottenerla".

Piano delle riforme

Sul piano delle riforme, il programma di Meloni e del suo governo non si ferma ma, anzi, va avanti "con determinazione", sia sul premierato, che sulla separazione delle carriere e sull'autonomia. "Ma le tempistiche non dipendono da me", ha ribadito, aggiungendo che "se riusciamo vorrei fare il referendum in questa legislatura ma l'importante è portare a casa le riforme". Si tratta di "riforme necessarie", l'obiettivo è "consegnare un'Italia migliore", ha detto. "Vorrei arrivare alle elezioni con la riforma del premierato approvata", ha aggiunto. "Penso che dare stabilità ai governi, penso che liberare la giustizia dal giogo della politica, penso che responsabilizzare le classe dirigenti come fa l'autonomia differenziata siano priorità, come è una priorità la riforma del fisco, sulla quale ricordo che abbiamo già approvato 17 tra decreti attuativi e testi unici, puntiamo a chiudere nel 2025 tutti i testi unici", ha detto ai giornalisti.

Se riusciamo, ha spiegato, "anche a fare il codice tributario, era un obiettivo di Ezio Vanoni, 70 anni fa e quindi vogliamo procedere spediti. Il premierato ha concluso la sua prima lettura, la riforma della giustizia è in prima lettura alla Camera. Se riusciamo, io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma l'importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani di esprimersi con un referendum su queste materie". In generale, aggiunge il presidente, "per quanto riguarda i referendum sulle riforme - premierato, autonomia e giustizia - cercherò di fare un passo indietro: sarebbe un errore non stare nel merito della questione, ci abbiamo messo faccia ma quando arriveranno i referendum noi li consegneremo ai cittadini. Poi, in campagna elettorale, certamente io spiegherò quello che penso sulle riforme e perché le ritengo positive per gli italiani".

Sulla Giustizia, il presidente del Consiglio ha sottolineato che sulla responsabilità dei magistrati "credo si debba discutere all'interno del governo. Attualmente non ne stiamo discutendo". Ha proseguito sottolineando che "si può sempre migliorare i provvedimenti, se c'è disponibilità se ne parla. Al di là del merito, penso che la separazione delle carriere serve a rafforzare la terzietà del giudice". Mi stupisce, ha aggiunto, "il tono apocalittico che si utilizza ogni volta che si intende riformare la giustizia. Escludere un dibattito per collaborare vuol dire non avere un contributo dei vertici della magistratura che dovrebbero contribuire a migliorare". E poi, rispondento ai giornalisti, ha spiegato di non aver "notizie di un'opposizione del presidente della Repubblica sulla riforma della separazione delle carriere". E ha anche rivelato alla sala di non essere "d'accordo con le parole della mia parlamentare (Ylenia Lucaselli, ndr) sul presidente della Repubblica".

Governo

Giorgia Meloni ha escluso che sia in vista un rimpasto di governo in merito alla sostituzione del ministro dell'Interno, con la sostituzione di Matteo Piantedosi con Matteo Salvini. "Sarebbe un ottimo ministro dell'Interno. Ha ragione Salvini a dire che in assenza di un provvedimento giudiziario a suo carico avrebbe chiesto è ottenuto il ministero dell'Interno. D'altra parte anche Piantedosi è un ottimo ministro dell'Interno. Allo stato attuale non credo che Salvini al Viminale sia nell'ordine delle cose", ha detto il presidente del Consiglio, escludendo la possibilità che possa al momento esserci l'avvicendamento. Sul tema del terzo mandato per i governatori "non c'è un accordo all'interno della maggioranza" ma "io penso che sarebbe coerente" fissare il limite dei due mandati per i presidenti di regione siccome questo limite è stato inserito anche nel premierato. "Nel Consiglio dei ministri di oggi noi impugniamo la legge regionale della Campania", che autorizzerebbe il terzo mandato del governatore, ha aggiunto.

C'è stato tempo e spazio, durante la conferenza stampa, anche di affrontare il tema della sicurezza, partendo dall'accoltellamento di Rimini di Capodanno. "C'è un signore che accoltella 4 persone e poi si avventa su un carabiniere. La prontezza del carabiniere fa sì che non venga ucciso e anzi impedisce che l'uomo uccida altre persone. Il carabiniere viene indagato. Si dice che sia un atto dovuto, vedremo, io ho chiesto all'Arma dei carabinieri di sostenere le spese legali della difesa del maresciallo Masini e intendo chiedere al generale Luongo di conferire al maresciallo Masini un riconoscimento per il suo valore. Ha fatto il suo lavoro", ha dichiarato il presidente del Consiglio. Adesso, ha detto il premier, "ci dobbiamo porre il problema delle forze dell'ordine che temono di far bene il proprio lavoro perché rischiano di trovarsi in un calvario giudiziario. Credo che un approfondimento delle norme vada fatto".

Per le carceri, invece, Meloni ha ribadito che "il modo serio di risolvere il problema (delle condizioni dei detenuti in carcere e il sovraffollamento, ndr) non è l'amnistia o l'indulto ma è un altro: da una parte ampliare la capienza delle carceri e poi stiamo lavorando per rendere più agevole ad esempio il passaggio dei detenuti tossicodipendenti nelle comunità". L'emendamento alla manovra, noto come "norma anti-Renzi", "è stata un'iniziativa parlamentare, che condivido. Io penso sia assolutamente normale che si vieti a chi ricopre incarichi di governo o rappresenti gli italiani in Parlamento di prendere soldi da Stati esteri, segnatamente esterni all'Unione europea. La notizia non mi sembra questa. La notizia è che serve una legge per dire quello che il buonsenso, la coscienza e il buon gusto avrebbero richiesto".

Alla domanda su Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell'Agenzia delle Entrate che si è dimesso di recente, Meloni ha risposto che il suo pensiero su di lui non cambia, lo reputa "una persona molto autorevole, poi si sa che gli esattori delle tasse siano tra quelli che riscuotono maggiore consenso in questo Paese. Certo mi sono dispiaciuta per alcune dichiarazioni che Ruffini ha fatto. Credo sia una diapositiva delle differenze: noi abbiamo confermato Ruffini guardando al merito, nonostante fosse una persona non vicina alla nostra area politica".

Poi, ha spiegato, "sotto questo Governo si è segnato il record dei proventi della lotta all'evasione fiscale e lui ha deciso di dimettersi per andare a organizzare un'associazione con Romano Prodi dicendo che questo governo non fa niente contro evasione fiscale, mi sembra una cosa ingenerosa e una cosa organizzata non per creare problemi a questa leader". In ogni caso, ha aggiunto Meloni, "che Ruffini decida di dimettersi per andare ad organizzare un'associazione con Romano Prodi per chiedere più spazio nel Pd dicendo che la colpa è mia che non voglio combattere l'evasione mi pare un pò ingeneroso. Per il resto non penso niente, ognuno fa quello che vuole nella vita, vedremo lo scenario e non mi pare una cosa immaginata soprattutto per creare problemi a questa leader".

Sulla presunta, e sempre ipotizzata, volontà di Marina e Pier Silvio Berlusconi di "scendere in campo" replicando le orme del padre in politica, il presidente del Consiglio ha dato l'unica risposta possibile: "Ho un ottimo rapporto personale sia con Pier Silvio Berlusconi sia con Marina, ma il fatto che la politica commenti cose che non accadono, o prima che accadano, non mi sembra intelligentissimo. Sarei disponibile, quando queste ipotesi dovessero porsi, sia a parlarne con gli interessati che con voi". Non sono mancate nemmeno le domande su sua sorella Arianna, alle quali Meloni ha replicato ribadendo di essere stata molto incuriosita da "questo continuo voler raccontare attorno alla figura di Arianna Meloni cose che non erano vere alla prova dei fatti. Penso che ci possa essere a livello politico, non della magistratura, l'idea di gettare fango nei confronti di qualcuno. Che io possa avere diversi avversari non mi sembra una grande notizia. Che ci possano essere mondi, ambienti, gruppi di potere che magari in passato avevano rapporti migliori con il mondo politico e oggi possano essere innervositi dal fatto di non essere tenuti in considerazione, mi sembra abbastanza scontato".

Economia e Lavoro

Sul caso Stellantis, Meloni si è detta "Sono soddisfatta dell'accordo con Stellantis, cerchiamo quello che possiamo per fare per avere sempre un approccio a tutela dei lavoratori". Sulle misure allo studio per invertire la preoccupante tendenza al calo della produzione industriale, il presidente del Consiglio ha sottolineato che "per avere un'industria forte bisogna avere una strategia. Penso ad esempio che da alcuni grandi filoni sui quali abbiamo lavorato e stiamo lavorando, dalla vicenda del l'hub per l'approvvigionamento energetico d'Europa, alla questione dell'economia blu, alla tutela del Made in, che questo Governo ha garantito, intanto si possa capire quali sono gli elementi fondamentali della strategia".

E a proposito del Lavoro, il presidente del Consiglio ha sottolineato che "abbiamo diversi giovani che non trovano lavoro e moltissimi settori produttivi che non trovano professionalità. Penso che Berlusconi possa essere fiero di noi ma non si fa mai abbastanza, il tema dell'occupazione giovanile è una priorità", ha detto riferendosi ai dati sugli occupati. "Concentreremo le nostre attenzioni sui salari e sulle assunzioni". I dati sono "incoraggianti, la disoccupazione è al 5,7%, ai minimi da quando vengono registrate le serie, l'occupazione è ai massimi dal dopoguerra". Ci sono, ha aggiunto, "dati incoraggianti anche sulla qualità del lavoro, prevalentemente lavoro stabile. Se in questi due anni considerassimo solo le assunzioni a tempo indeterminato arriveremmo al milione". Quest'anno, ha aggiunto, "ci siamo concentrati su quella che era una priorità oggettiva, mettere in sicurezza i redditi che non potevano farcela e abbiamo concentrato le poche risorse sui redditi più bassi. Sicuramente va dato un segnale al ceto medio che non è stato dato finora per la scarsità delle risorse. Quest'anno un segno di attenzione riconoscibile penso vada dato al ceto medio".

Politica estera

Sono state numerose le domande dei giornalisti sulla politica estera e, in particolare, sulla guerra in Ucraina e sugli Stati Uniti di Trump. "Non prevedo un disimpegno degli Usa" in Ucraina, ha spiegato il presidente del Consiglio, spiegando che "Donald Trump ha parlato di 'pace con la forza'. Se oggi si parla di pace, è perchè la Russia si è un po' impantanata in Ucraina, grazie al coraggio del popolo ucraino e del sostengo occidentale. Questo Trump lo sa bene". Sulle posizioni italiane, il premier ha ribadito che lei è "disposta a sostenere le opzioni che è disposta a sostenere l'Ucraina e credo che questo sia fondamentale per avere una pace giusta. Sono assolutamente convinta che le garanzie di sicurezza per l'Ucraina siano fondamentali per poter ambire ad avere effettivamente una pace in Ucraina perchè tutti sappiamo che la Russia in passato ha violato gli accordi che aveva sottoscritto e quindi purtroppo senza garanzie di sicurezza noi non possiamo avere alcuna certezza che quello che è accaduto nel 2022 non accada di nuovo". Sul tema dell'adesione alla Nato, ha spiegato che "non sono io a stabilire quale sia una pace giusta, ma credo che sia giusta se l'Ucraina è d'accordo".

Sulla Groenlandia, invece, e sulle affermazioni del presidente eletto degli Stati Uniti, Meloni si sente di "escludere che gli Usa nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori che interessano loro". A suo dire, le dichiarazioni potrebbero essere rivolte "ad alcuni grandi player globali piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi, che sia quindi un dibattito fra grandi potenze. Insomma è un modo per dire che gli Stati Uniti non resteranno a guardare".

In merito al conflitto in corso in Medioriente, invece, il presidente del Consiglio ha ricordato ai presenti che l'Italia è impegnata in prima linea con l'obiettivo di raggiungere "un cessate il fuoco, il rilascio degli israeliani rapiti, e credo che il governo italiano sia stato uno dei governi che in assoluto di più a livello internazionale si siano occupati della salute, dei generi di prima necessità, del sostegno umanitario alla popolazione di Gaza". L'attuazione del piano Mattei si interseca necessariamente con quanto accade in Medioriente e in tutta l'Africa settentrionale: "La Russia aveva una forte presenza in Siria. Dopo la caduta del regime di Assad è ragionevole ritenere che cerchi altri sbocchi, è ragionevole ritenere che uno di questi possa essere la Cirenaica in particolar modo. Sicuramente è una vicenda che va monitorata a tutti i livelli". La stabilizzazione definitiva della Libia "è uno dei temi dei quali ci siamo occupati di più in questi anni e anche una delle questioni più complesse che mi sia mai trovata ad affrontare".

Durante la conferenza c'è stata anche la domanda di "Politico", che questanno ha insignito il presidente del Consiglio come soggetto più influente d'Europa: "Ho trovato sicuramente interessante il percorso che ho fatto negli ultimi almeno tre anni negli awards di Politico. Credo che qualche anno fa mi aveste posizionato tra i 'disruptors', ossia i distruttori. Lo scorso anno ero tra i 'doers', cioè i pragmatici. Quest'anno sono a capo della classifica. Quindi il mio percorso è positivo agli occhi di Politico, dopodiché come diceva l'Uomo Ragno 'da un grande potere derivanograndi responsabilità'".

Rapporti con la stampa

"Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite e un problema per la libertà di stampa e dunque per la democrazia", ha dichiarato il premier Giorgia Meloni in apertura di conferenza, rispondendo alle polemiche mosse a lei personalmente e al suo governo negli ultimi due anni. "Non risponderei abbastanza alle domande dei giornalisti? Nel 2024 ho risposto a 350 domande, più di una al giorno. Ho fatto una scelta precisa di non partecipare alle conferenze stampa dopo i Consigli dei ministri. Io penso sia giusto che siano i ministri che hanno lavorato sui provvedimenti a parlarne", ha aggiunto. Il disegno di legge in discussione in Senato di iniziativa di Fdi sulla diffamazione a mezzo stampa "non lo si può definire un tentativo di limitare la libertà di stampa".

iLa riforma della diffamazione "è una proposta di iniziativa parlamentare che raccoglie l'auspicio della Consulta e prevede che per l'ipotesi di diffamazione a mezzo stampa non sia più previsto il carcere ma una multa", che "riguarda però il caso di una notizia falsa pubblicata consapevolmente con l'intento di diffamare qualcuno". Quindi, si è rivolta alla sala: "Ripartiamo con un piede diverso: assicuro rispetto per il vostro lavoro ma mi permetto di chiedere rispetto con il mio".

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