La tenuta della maggioranza passa inevitabilmente attraverso le forche caudine dell'Iva. Le fibrillazioni sull'abolizione del ricaro di un punto percentuale della tassa sui consumi rischia di far cadere il premier Enrico Letta dallo scranno di Palazzo Chigi. Mentre il governo tentenna e si preoccupa di procrastinare il balzello di tre miseri mesi, il Pdl insiste perché vengano rispettati gli impegni presi. "I governi stanno in piedi se governano. Se Saccomanni propende per una sospensione dell’Iva per tre mesi, questo non va assolutamente bene, è una presa in giro", ha spiegato il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta accusando il ministro dell'Economia di aver dato "una risposta parziale, assurda e devo dire ridicola". Da qui l'avvertimento: "Non c’è una maggioranza rispetto a una 'non politica'".
Nonostante i giudici facciano di tutto per minare la pacificazione rischiando di far saltare le larghe intese, Silvio Berlusconi ha deciso di tirare dritto per risucire a portare a casa il pacchetto di misure economiche per far uscire il Paese dalla recessione. Tra le priorità del centrodestra c'è in primis l'abolizione dell'aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22%. Abolizione che rientra nell'accordo stretto tra il Pd e il Pdl per sostenere l'esecutivo. E proprio a Letta è indirizzato l'ultimatum lanciato nelle ultime ore dal Cavaliere. "Se non fa quanto concordato ci saranno delle conseguenze", avrebbe confidato il leader del Pdl ai suoi. Domani in Consiglio dei ministri ci sarà la resa dei conti: il governo sarà, infatti, chiamato a decidere sul rinvio dell'aumento dell’Iva. Nel corso di un videoforum a Repubblica.it, il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio ha fatto sapere che l'ipotesi è di pendersi tre mesi, fino a settembre, e nel frattempo lavorare per ristrutturare tutto il sistema delle aliquote. "Il clima è tranquillo e orientato agli obiettivi", ha assicurato Delrio. In realtà, il clima è tutt'altro che tranquillo. Il braccio di ferro è già iniziato a suon di dichiarazioni stampa. Perché se Saccomanni e Delrio cercano di prendere tempo, il Pdl vuole risposte chiare che non mirino a imbonire i contribuenti per poi stangarli in autunno. Quella che Berlusconi vuole mettere in campo, infatti, è una politica che inverta la tendenza tracciata dall'ex premier Mario Monti e dai tecnici che hanno improntato la politica del Paese su misure austere e recessive. Ma Saccomanni e soci preferiscono non sforare il limite del 3% per non indispettire Bruxelles. In realtà, stando a fonti vicine all'Unione europea, ci sarebbero in ballo circa 4 miliardi che possono essere ancora recuperate dall’Italia riducendo il cofinanziamento delle politiche di coesione. Un tesoretto che Letta vorrebbe usare per combattere la disoccupazione giovanile anziché dare una sforbiciata alla pressione fiscale.
Posticipare il blocco dell'Iva è solo fumo negli occhi. "Cosa vuol dire tre mesi?", ha sbottato in mattinata Brunetta. Da settimane il capogruppo del Pdl a Montecitorio va ripetendo, insieme al viceministro dell'Economia Stefano Fassina, bisogna sospendere l’aumento dell’Iva fino a dicembre e entro fine anno fare la riforma complessiva all’interno della legge di stabilità. I dati sulle vendite ad aprile diffusi dall’Istat hanno confermato la lunga crisi del mercato interno italiano. Le vendite complessive hanno, infatti, registrato dodici mesi consecutivi di flessione e da gennaio ad aprile il calo rilevato è già del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2012. "L'aumento dell’aliquota Iva sarebbe un pericoloso autogol per la nostra economia - ha avvertito la Confesercenti - la misura potrebbe infatti portare ad una ulteriore riduzione dei consumi". Proprio per questo, il Pdl si augura che il governo si spenda subito per "una vera detassazione in maniera da dare risposte ai cittadini". "Se vale questa impostazione, noi siamo perché il governo vada avanti e governi - ha avvertito Brunetta - se vale l’impostazione alla Zanonato o alla Saccomanni, della confusione e dell’indecisione, il governo non va". Sentendo scricchiolare la sedia di Letta, i democratici si sono infastiditi e hanno subito alzato la voce. Matteo Colaninno, responsabile Economia del Pd, ha messo in dubbio che su un rinvio dell’Iva non si troverebbe una maggioranza in parlamento: "Poiché il Pdl, con suoi ministri e i suoi parlamentari, sostiene il governo, lo aiuti costruttivamente invece di minacciare ed attaccare continuamente". Colaninno, però, fa un po' di confusione sul ruolo del governo e su quello della maggioranza che lo sostiene. "È il governo che deve fare delle proposte ed è la maggioranza che deve validarle", ha chiosato Brunetta.
E la maggioranza non si trova, di volta in volta, in parlamento, ma è quella che ha votato la fiducia al governo Letta. "Se in parlamento cambia la maggioranza - è la conclusione del capogruppo del Pdl - semplicemente non c’è più il governo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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