Grillo fa tremare Renzi, solo quattro punti tra Pd e M5S

In vista delle Europee, i Cinque Stelle balzano dal 25,8% al 27,4%, mentre il Pd perde quasi un punto e scende al 32,1%. Cala l'astensione

Grillo fa tremare Renzi, solo quattro punti tra Pd e M5S

Trema Matteo Renzi, che negli ultimi sondaggi vede il proprio partito perdere quasi un punto percentuale, passando dal 32,8% al 32,1%. Ma soprattutto vede avvicinarsi pericolosamente i Cinque Stelle, che in una sola settimana salgono dal 25,8% al 27,4%.

I dati sono forniti dall'ultimo sondaggio Ixé per Agorà, che evidenzia come la coalizione del centrosinistra, con il 37,3%, sarebbe avanti su quella di centrodestra, che si fermerebbe poco solo al 31%. Lieve flessione per Forza Italia, che cede mezzo punto percentuale, passando dal 18% al 17,5%.

Tra i partiti minori, calano leggermente Udc-Ncd, che passa dal 5,5% al 5,1%, e la Lega Nord, che scende dal 5,2% al 5,0%. Crescono invece, sia pur di poco, Fratelli d'Italia, che passa dal 3,5% al 3,8% e Lista Tsipras, che guadagna 0,2 punti percentuali, salendo dal 3,9% al 4,1%.

Scende impercettibilmente invece la percentuale di chi voterebbe Scelta Europea con Guy Verhofstadt, che cala dal 2,1% al 2,0%. Sorprendentemente, il 73% degli intervistati si definisce europeista, mentre solo il 22% si definirebbe antieuropeista.

“Tutti hanno perso qualcosa - spiega Roberto Weber, presidente di Ixè - e quel qualcosa si è indirizzato verso Beppe Grillo. Anche il Pd, per la prima volta in tre mesi ha registrato una battuta d’arresto"

Per quanto riguarda la fiducia nei confronti dei singoli leader, cala il grado di apprezzamento per Matteo Renzi (dal 55% al 52%) e Giorgio Napolitano (dal 38% al 37%), mentre cresce di ben cinque punti quello per Beppe Grillo, che passa dal 28% al 33%, classificandosi terzo tra i politici più amati. Cala invece ulteriormente la fiducia nel governo Renzi, che raccoglie l'apprezzamento del 46% del campione: un dato in crescente ribasso da ormai quattro rilevamenti.

In attesa delle elezioni europee del 25 maggio, rimane molto alta la percentuale del cosiddetto "partito del non voto", che somma indecisi e astenuti: tuttavia, passando dal 45% al 43%, anche questo segmento dell'elettorato si riduce, sia pure di poco.

Intervistati sulle priorità del governo, infine, oltre la metà degli Italiani ritiene che il primo

fronte su cui dovrebbe impegnarsi l'esecutivo è quello del lavoro (53%), mentre solo il 18% crede che sia prioritario tagliare i costi della politica e il 13% preferirebbe che ci si concentrasse sull'abbassamento delle tasse.

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