"Se l’Italia è senza governo ha però un parlamento che può già operare per cambiare il Paese". L'ultima trovata di Beppe Grillo è far fuori il governo: niente presidente del Consiglio, niente ministri, niente sottosegretari. Mentre il leader del Pd Pier Luigi Bersani si affanna a trovare una maggioranza che lo sostenga, il guru pentastellato prova a togliere Giorgio Napolitano dall'imbarazzo di formare un esecutivo e il Movimento 5 Stelle dal dividersi sul voto di fiducia.
Nel post pubblicato questa mattina sul blog, Grillo attacca ancora i mezzi di comunicazione, rei di far passare "l’idea che senza governo il Paese è immobile, congelato, in balia dello spread, delle agenzie", mentre tacciono sul fatto che "le leggi per le riforme possono essere discusse e approvate senza la necessità di un governo in carica". Anzi. Secondo il leader dei Cinque Stelle, in questo modo, viene rallenta qualunque processo decisionale e operativo "spostando sine die la istituzione delle Commissioni senza alcun motivo se non quello di attribuire in seguito i posti di presidenza ai trombati da cariche governative". Partendo il presupposto per cui il parlamento è sovrano o almeno dovrebbe esserlo, Grillo accusa che i rappresentanti del popolo vengono spodestati dai nominati dei partiti e che le leggi, sotto forma di decreti, sono emesse al suo posto dal governo che fa in modo che vengano convertite sotto il ricatto del voto di fiducia. "In parlamento vi è un esercito di soldatini di piombo senza voce, con l’eccezione dei parlamentari a 5 Stelle. C’è stato un sovvertimento silenzioso delle Istituzioni contro lo stesso spirito della Costituzione", ha sottolineato il leader del M5S citando gli articoli 76 e 77 della Costituzione che, appunto, disciplinano l’emanazione di decreti legge e decreti legislativi.
"Non è necessario un governo per una legge elettorale o per misure urgenti per le piccole e medie imprese o per tagliare le Province. Il parlamento le può discutere e approvare, se solo volesse, sin da domani". In realtà, la prima legge che i Cinque Stelle vorrebbero approvare è un'altra: l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Una legge tesa a far fuori il leader del Pdl e decapicare così la coalizione di centrodestra prima di tornare al voto. Per farlo, però, Grillo ha bisogno dei voti della sinistra.
A chi sostiene che "un mancato accordo" del M5S con il Pd "impedirebbe la rimozione di quest’ultimo dalla scena politica", Grillo ha invitato Bersani e compagni a votare in aula l’ineleggibilità del Cavaliere e la legge sul conflitto di interessi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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