"Rivendicano fascismo", "Non voglio essere te". Scontro tv tra Sallusti e Lerner sul 25 aprile

Gramellini e Lerner commentano in modo negativo le disposizione del governo sul 25 aprile. Sallusti smonta la narrazione della sinistra: "Dicono solo cose banali"

"Rivendicano fascismo", "Non voglio essere te". Scontro tv tra Sallusti e Lerner sul 25 aprile
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La sobrietà auspicata dal governo per le manifestazioni di oggi, venerdì 25 aprile, non viene applicata minimamente dai commentatori della sinistra mediatica e giornalistica in particolare. Chiamati a rispondere nel merito della festa nazionale che dovrebbe unire il Paese, alcuni opinionisti di sinistra continuano a puntare il dito contro il governo e le sue radici storiche, considerate incompatibili con la Festa della Liberazione dal giogo nazi-fascista. Così il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, è stato costretto a rispondere alle provocazioni di Gad Lerner, penna progressista e fiero anti-fascista.

“Resistenza e antifascismo sono state prese prigioniere dalla sinistra”, esordisce Sallusti. Che poi aggiunge: “Per cui dire oggi sono antifascista non significa dire una cosa ovvia e banale, cioè non sono fascista e condanno il fascismo, significa dire io sono Gad Lerner - è la stoccata di Sallusti - Ecco io non voglio essere Gad Lerner". Da qui la replica di Lerner che ribatte: "Io non voglio essere l'eretico Sallusti...".

Allo stesso tempo Gad Lerner e Massimo Gramellini, incalzati da Corrado Formigli durante l’ultima puntata di Piazza Pulita, si sono esibiti in un concerto anti-governativo. Il primo ad attaccare è stata l’ex firma del Fatto Quotidiano. “Il ministro Musumeci ha sempre rivendicato la sua appartenenza fascista o neofascista, chiamala come vuoi. È ridicolo chiedere dichiarazioni di antifascismo. Gli chiediamo di dire delle bugie”, esordisce sull'invito alla sobrietà del ministro Musumeci in vista del 25 aprile. Da qui la replica del conduttore che tira in ballo il presidente del Consiglio: “Dici lo stesso di Giorgia Meloni?. Lerner non ha alcun dubbio. “Certo, si. Meloni nel suo libro rivendica il suo orgoglio di essersi seduta in via della Scrofa nel tavolo che fu di Giorgio Almirante e Pino Rauti. I quali rivendicavano il fascismo del terzo millennio e parlavano di difesa della razza”.

E dopo l’ennesima ramanzina in vista del 25 aprile, è il turno dell’editorialista del Corriere della Sera. Sulle disposizioni del governo il commento di Gramellini è negativo: "Annullato un pranzo al sacco per la musica, è grottesco. Non ce la fanno a chiudere questa partita del 25 aprile così evidente, è più forte di loro".

Poi, a stretto giro, conclude con tono sarcastico: “Strano che nel lutto non ci abbiano messo pure il 1° maggio. Potevano fare un pacchetto unico”. Sottolineando una presunta volontà del governo di occultare due feste tanto care all’Italia.

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